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La scossa di Chivu© LAPRESSE

La scossa di Chivu

Inter con il pilota automatico, Vlahovic decisivo, Lotito contestato e la prima Italia di Gattuso

2 giorni fa

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L’estate sta finendo, il calciomercato anche, ma l’Inter post Simone Inzaghi non è ancora iniziata e la sconfitta casalinga contro l’Udinese lo ha segnalato, se non certificato. Come all’esordio contro il Torino l’unico titolare fra i nuovi è stato Sucic, ma il resto è rimasto uguale con qualche mese e molte scorie di più. Non è necessariamente un male, perché stiamo parlando della squadra finalista di Champions League, infatti a Chivu si chiedeva soprattutto una scossa psicologica, da ex giocatore di livello più che da allenatore con pochissima esperienza. Scossa non arrivata, squadra che sembra andare con il pilota automatico, quasi come l'Inter post Triplete (mutatis mutandis). Poi Chivu può anche dire che il suo 3-5-2 sarà più verticale di quello palleggiato di Inzaghi, ma è evidente che il problema non sia questo.

Aspettiamo ancora qualche ora prima di qualsiasi considerazione su Juventus e Milan, perché Vlahovic può cambiare il campionato di entrambe: bianconero separato in casa per un anno in attesa della scadenza, juventino decisivo rilanciato dal mancato acquisto di Kolo Muani, milanista fortemente voluto da Allegri, quasi come Rabiot, partente a titolo definitivo verso la Premier League, vale tutto. Per darsi un tono si dice che le squadre non dipendono da un solo giocatore, ma il centravanti non è un giocatore qualunque, come dimostrato anche dall’importanza di un Lukaku minore nello scudetto del Napoli. Vale la massima di Fabio Capello: si possono sbagliare gli acquisti, ma non le cessioni.

Le contestazioni a Lotito, che peraltro Lazio-Verona l’ha vista in televisione a Cortina, non fanno quasi più notizia, così come il fatto che la Lazio anche senza mercato in entrata sia una buona squadra con un ottimo allenatore, che con la sua personalità ha riconquistato l’Olimpico dove negli ultimi 9 mesi di era Baroni aveva in campionato vinto pochissimo (solo con il Monza in febbraio). In una Serie A livellata, piena di squadre mal costruite e piene di giocatori invendibili, la dimensione della Lazio rimane l’Europa League. Non c'è da gridare al miracolo per la vittoria contro un Verona da Serie B, ma il vituperato Lotito ha sempre proposto squadre con un senso. Certo senza mai un vero progetto per il salto di qualità. I contestatori di Lotito, e quelli di Cairo, non guardano agli Hartono ma a De Laurentiis.

L'Italia di Gattuso non poteva e non doveva sorprendere, ma alle sue prime convocazioni azzurre il commissario tecnico ha comunque voluto metterci del suo, con scelte simboliche che ricordano quelle di Mancini (Roberto), tipo Zaniolo. Fra i 28 chiamati per le due partite di qualificazione al Mondiale 2026 contro Estonia (venerdì a Bergamo) e contro Israele (lunedì a Debrecen, in Ungheria) ci sono infatti Leoni, Fabbian e (Francesco) Pio Esposito. Non banali nemmeno i ritorni di Scamacca e di Mancini (Gianluca), così come la chiamata di Retegui auto-pensionatosi di Arabia. Le 17 partite in Serie A di Leoni, che al Liverpool almeno per un po’ farà la riserva, e l'unica di Esposito, che nell’Inter sulla carta è la quarta punta, dicono che queste convocazioni sono motivazionali e anche politiche, nel senso migliore del termine, visto che certo il Mondiale dell’Italia non passerà dai piedi dei due pur promettenti giocatori e nemmeno da quelli di Fabbian. 

stefano@indiscreto.net

 

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