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Il Napoli e McTominay sembrano ancora davanti a tutti, anche senza Lukaku (però magari con Hojlund). In attesa di Inter-Torino la prima giornata della nuova Serie A ha confermato le impressioni di questo calciomercato ancora in divenire, dove ci si è ridotti a esaltare le cessioni, spesso di giocatori acquistati da altri, o a criticare le mancate cessioni ma senza dire che i dirigenti precedenti erano incapaci che hanno zavorrato i club. Soltanto Napoli e Como in estate hanno fatto il loro, nelle direzione della qualità.
Parlando di calcio, finora l’unico risultato davvero a sensazione è la sconfitta del Milan in casa contro la Cremonese, risultato peraltro bugiardo per ciò che si è visto in campo, in linea con la stagione Fonseca-Conceiçao: discreta qualità da metà campo in su, tante occasioni, ma difensori centrali individualmente scarsissimi: per un allenatore-gestore come Allegri un bel problema. Ancora più preoccupante per i rossoneri ciò che si è sta vedendo fuori dal campo, con le cessioni di due giocatori di qualità enorme con Reijnders e Theo Hernandez, più altre operazioni in uscita, con l’arrivo sostanzialmente di nessuno a parte il quarantenne Modric. Tare è stato un nome condiviso? (spoiler: no). Il nome della punta però potrà cambiare molto, i soldi non mancano.
Yildiz è l’uomo copertina di una Juventus a cui Tudor sta cercando di dare un senso in mezzo a tante situazioni che altrove sarebbero mediaticamente (e non è un complimento per i media) ingestibili, da Vlahovic in giù, con l’asterisco gigantesco sul futuro di Kolo Muani. Compito non facile, al di là della vittoria con il Parma, ma già Bremer sano è buona parte di ciò che è mancato alla Juventus dello scorso anno.
La firma di Gasperini alla Roma ha generato soltanto scontenti, al di là dell’esordio vincente in campionato contro il Bologna. Il primo scontento è ovviamente Gasperini, che forse non aveva capito il margine di manovra della Roma sul mercato (mai al livello di Sarri con Lotito, però), e il secondo l’Atalanta che è tuttora la sua Atalanta (caso Lookman a parte, che peraltro c’era anche i tempi di Gasperini), va avanti con il pilota automatico perché il pilota vero, Juric, sembra sia stato psicologicamente triturato dalla scorsa stagione (questo non toglie che l'Atalanta potesse strabattere il Pisa). E presto agli scontenti potrebbe aggiungersi Ranieri, che ha perso il treno della vita, portare la Nazionale al Mondiale, per rimanere a fare il consigliere. Di chi? Per che cosa?
In attesa di capire il futuro di Donnarumma, di fatto messo fuori rosa dal PSG perché arrivato all’ultimo anno di contratto e con nessuna voglia di rinnovarlo alle condizioni del club, è interessante notare che in Premier League i vituperati giocatori italiani sono apprezzati: da protagonisti come Vicario al Tottenham e Tonali al Newcastle, a ottimi comprimari come Chiesa, Udogie e Emerson Palmieri, fino a giovani certezze come Calafiori, Kayode e Coppola e giovani promesse come Leoni, Gnonto e Koleosho. Non riusciamo a vedere in negativo questa emigrazione, del resto non è che se tutti questi giocassero in Italia ci sarebbe la corsa all’abbonamento a DAZN.
Le ricerche di mercato sul tifo calcistico vanno sempre asteriscate per diversi motivi, primo fra tutti che il tifoso non è nella storia mai stato un consumatore come tutti gll altri, non è che smetta di tifare se la sua squadra fa schifo anche per molte stagioni di fila. Per questo la recente ricerca StageUp, citata ovunque, ha sorpreso. Non per la classifica del tifo (prima Juventus, seconda Inter, eccetera) 2024/25, ma per le variazioni percentuali rispetto alla stagione precedente. Più 4,5% per il Napoli, più 7,5% l’Atalanta, meno 8,2% la Lazio, meno 11,5% il Torino, solo per citare i casi più clamorosi. Sarà vero? Se così fosse significherebbe che il tifoso italiano sta inziando a diventare un consumatore, pronto a valutare le varie offerte. Fedele alla marca ma fino a un certo punto, un po’ come con i gestori telefonici. Saremo vecchi, ma non conosiamo un solo tifoso che abbia smesso di tifare, o cambiato colori, per i risultati della sua squadra. Questi movimenti sono lenti, avvengono nel lungo periodo.
stefano@indiscreto.net
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