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Chissà se con un timing diverso del suo addio al Real Madrid adesso Carlo Ancelotti sarebbe adesso commissario tecnico dell’Italia, invece che del Brasile. Sarebbe stato interessante vedere sulla panchina azzurra il miglior allenatore al mondo nella preparazione delle partite senza domani… Una pura congettura, visto che per motivi sconosciuti ai più Ancelotti non è mai stato fra i primi obbiettivi di alcuna gestione federale degli ultimi 16 anni, diciamo dalla fine del suo periodo al Milan. Comunque il gol di Vinicius al Paraguay gli ha dato la certezza della qualificazione mondiale nel sempre più assurdo girone sudamericano, che qualifica il 60% delle partecipanti, il 70 vincendo gli spareggi intercontinentali. Insomma, ci sarebbe riuscito anche il vituperato Spalletti, ottimo allenatore e pessimo c.t. Ma la curiosità per Ancelotti-Brasile rimane enorme, forse un tecnico straniero viene percepito come più indipendente e fuori da certi giri. In Italia Mourinho sarebbe considerato straniero?
L’unico lato positivo dei fallimenti della Nazionale è quello di far riflettere sul calcio italiano andando oltre l’ultimo rigore e l’ultimo colpo di mercato. Perché i campioni, e l’Italia ne ha soltanto uno (Donnarumma) non si possono programmare il discorso per la classe media cambia radicalmente. Significativa la tabella dei minutaggi proposta dal Corriere dello Sport, da cui risulta che soltanto tre club, Cagliari, Monza e Fiorentina, hanno avuto nell'ultima Serie A un impiego di italiani superiore al 50% dei minuti disponibili. Convocati di Cagliari, Monza e Fiorentina per le partite con Norvegia e Moldova? Uno solo, Ranieri.
La conferma di Tudor sulla panchina della Juventus non era scontata, al di là dell’automatismo contrattuale che ha fatto scattare il prolungamento fino al 2026, ma dopo i no di Conte e di Gasperini tutti sarebbero state terze scelte, bene ha fatto quindi Comolli a confermare un allenatore che conosce la situazione e che è amato dai tifosi. E che non metterà becco sul calciomercato né sul modo in cui i dirigenti gestiranno i tanti casi, a partire da Vlahovic per il quale il Mondiale sarà decisivo, il di qua o di là fra una cessione che faccia contenti tutti e una stagione da mobbizzato di lusso ai margini della rosa. A questo giro, in molti club, il pendolino va nella direzione opposta a quella dell'allenatore-guru.
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