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La Conference di Palladino, le sette italiane di coppa, Bonucci da Moggi e l'ultima Liga di Ancelotti

Redazione

2 giorni fa

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La Fiorentina è andata a un niente dalla sua terza finale di Conference League consecutiva, ma può essere orgogliosa di questa sua ennesima bella stagione internazionale: senza straparlare di DNA o cose simili è una storia che parte da lontano, visto che in Italia soltanto Juventus, Inter e Milan sono arrivate più volte della squadra viola in una semifinale europea. Detto questo, guardando nella loro interezza le due partite bisogna dire che il Real Betis ha vinto anche ai punti, non fosse altro che per i tanti palloni persi dalla Fiorentina e diventati situazioni pericolose per De Gea, ma Palladino ha lo stesso molti rimpianti e anche qualche colpa, come quel Gudmundsson tenuto lontanissimo da Kean e dalla porta avversaria. Finale di stagione comunque apertissimo, con tre partite di campionato ancora da giocare (Venezia in trasferta, scontro diretto con il Bologna in casa, Udinese in trasferta) e tre punti di distanza da Conference, Europa e addirittura Champions League. Tutto o niente, insomma, e poterlo dire ancora a metà maggio è una cosa positiva.

L’eliminazione della Fiorentina rende comunque certo il numero di 7, come partecipanti italiane alla prossima stagione europea, con Milan e Bologna che mercoledì nella finale di Coppa Italia si giocheranno il secondo posto in Europa League, e il Bologna che peraltro potrebbe arrivarci via campionato e che potrebbe anche qualificarsi per la Champions: da ricordare che la finalista sconfitta di Coppa Italia non conquista alcun diritto europeo, a meno che non si qualifichi tramite il campionato (cosa probabile per il Bologna) o vincendo una coppa europea. La finale di Europa League fra Tottenham e Manchester United dice che le inglesi in Champions League saranno 6, ma non è il caso di fare del disfattismo (chi si ricorda dei discorsi sulla Serie A poco allenante?) visto che il ranking 2024-25 dice che i club italiani nella media sono stati dietro soltanto a Inghilterra e Spagna.

L’ingaggio di Bonucci da parte dei Boomers, la squadra di Fedez e Luciano Moggi (non è un errore di stampa), ricorda al pubblico generalista l’esistenza della Kings League italiana, bruttissima copia di quella originale spagnola e di quelle nate in altri paesi sulla spinta di Piquè e dei suoi sponsor. Se il calcio a 7, modificato dalle mille trovate di questa lega, dai presidenti che battono i rigori a tutto il resto, può anche essere divertente da guardare per qualche minuto, rimane un mistero il suo pubblico di riferimento. Il proverbiale adolescente stanco del calcio, che vuole vedere soltanto highlights e ascoltare i suoi youtuber di riferimento? È più facile che questo pubblico venga recuperato dal calcio classico: basta guardare (nel nostro caso anche ricordare) una partita degli anni Settanta per smettere di essere nostagici.

Carlo Ancelotti dalla fine della seconda partita con l'Arsenal sa già che non allenerà il Real Madrid la prossima stagione, per cui ha comunque un contratto, e quasi certamente nemmeno al Mondiale per club che inizia a giugno. Sul suo futuro brasiliano al momento soltanto ipotesi, mentre è una certezza che il suo successore sulla panchina madridista sarà Xabi Alonso, non proprio il gestore che in questo ambiente ci vuole, al di là della difesa a tre e del pressing che al Bernabeu si sono visti raramente. Forse Florentino Perez ha intuito che le sue giovani e presuntuose figurine vanno gestite diversamente da come venivano gestiti Cristiano Ronaldo, Kroos e Marcelo, magari a questo giro ha ragione lui ma i trofei alzati da Del Bosque, Zidane e Ancelotti raccontano altro. L'ufficialità tarda per una ragione sola: Barcellona-Real di domenica pomeriggio, con una vittoria del Real che riaprirebbe la Liga. 

stefano@indiscreto.net

 

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