Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Freschezza di Jovic© AC Milan via Getty Images

Freschezza di Jovic

Il Milan da Coppa Italia, le riserve di Inzaghi, il paracadute di Galliani, il nuovo Spezia e il rinvio di Atalanta-Lecce

6 giorni fa

  • Link copiato

Questo Milan di fine stagione è come certi cavalli scossi del Palio di Siena: il fantino (in questo caso portoghese, non sardo) è caduto, anzi non è mai stato davvero in sella, e non si sa chi governi e governerà la contrada, ma di puro talento dei suoi migliori e di pura freschezza di chi è rimasto quasi per caso come Jovic può tirare fuori partite come la semifinale di Coppa Italia in cui da nono in classifica ha battuto 0-3 un’Inter in lotta sempre più affannosa e affannata per lo scudetto. E il 14 maggio si giocherà, al 99,9% con il Bologna, il suo secondo trofeo stagionale, più importante della supercoppa araba e meno di ciò che significherebbe davvero la Coppa Italia: l’Europa League, cioè un’Europa accettabile per status e introiti agli occhi della proprietà americana. Che non ha bisogno di fare rivoluzioni, ma solo di un direttore sportivo che compri un difensore forte e crei un ambiente positivo.

 

La differenza fra i titolari dell’Inter e le rispettive riserve è clamorosa, il modo in cui la squadra di Simone Inzaghi è uscita dalla Coppa Italia lo dimostra ancora una volta. E non è un caso che lo 0-3 sia arrivato contro un Milan in questa stagione ha sempre interpretato i derby nella maniera giusta, vincendone 3 (il primo con Fonseca in panchina) su 5 e pareggiando gli altri. Se le alternative allo sfiancato Lautaro Martinez e all’infortunato Thuram sono Taremi, 33 anni e in declino già nell’ultima stagione al Porto, Arnautovic, 36 anni e da usare con cautela, e Correa, 11 gol in 4 anni di Inter, significa che la coperta è corta e che i pochi soldi spesi per accontentare Inzaghi sono a volte stati spesi male. Discorso che vale anche per gli altri reparti, se in difesa la presenza del trentasettenne Acerbi è la differenza fra il bene e il male e se a centrocampo nessun può rifiatare. Coperta corta che non ha impedito di segnare in questo campionato 20 gol più del Napoli e di essere ancora in Champions, pur facendo ruotare di fatto 14-15 giocatori.

 

Domenica contro la Juventus potrebbe esserci il primo verdetto definitivo di questo campionato e cioè la retrocessione del Monza in Serie B. Non che sia una sorpresa, anzi a dirla tutta l’incredibile mercato di gennaio ha richiamato alla memoria lo storico presidente Borlotti (ma ai suoi tempi non c’era il paracadute), e sarà interessante capire come Galliani ricostruirà la squadra e la società. Perché la Fininvest la venderebbe volentieri, se qualche offerta permettesse di rientrare di parte dei 200 milioni spesi dal 2018 a oggi, ma ad oggi nessuno di credibile si è presentato e soprattutto nessuno straniero ha creduto all’operazione ‘terza squadra di Milano’. È più facile che ci riesca l'Alcione... L’avventura di Nesta sta finendo con dignità, al di là dei risultati, presto dovrebbe iniziare da qui la seconda vita da allenatore di Andrea Pirlo ed il Monza sembra un contesto adeguato al Pirlo allenatore. Come piano B inutile fare cento nomi, utile ricordare che l’anno scorso Davide Ancelotti fu abbastanza vicino a staccarsi dalla tutela paterna e iniziare una carriera in proprio al Monza. Nomi, nel caso di Ancelotti solo il cognome, da Milan di Berlusconi. Ma questo non è il Milan e anche Berlusconi non c'è più. 

 

Come comprare un club di Serie A con un euro. Interessante quando sta accadendo allo Spezia, che in meno di tre mesi ha cambiato due volte proprietà, passando prima da Platek a FC32 e adesso dal gruppo di Paul Francis al finanziere americano Thomas Roberts, che come consigliere calcistico ha Charlie Stillitano. L’euro non è ovviamente un euro, per sistemare tutte le pendenze della stagione in corso dopo il disimpegno di Francis pare che servano quasi 15 milioni, ma comunque stiamo parlando di una società leggera, con un bello stadio e discrete possibilità di guadagnarsi la promozione in A nei playoff. Inutile porsi le solite domande su cosa gli statunitensi o magnati tipo gli Hartono trovino tanto attraente nei club italiani, anche in quelli che l’Europa non la vedranno mai. Di sicuro costano meno di un equivalente inglese (ci viene in mente il West Bromwich Albion l’anno scorso passato di mano per circa 70 milioni) ma hanno anche meno prospettive di guadagno.

 

Il rinvio di Atalanta Lecce per la morte dello storico fisioterapista del Lecce, Graziano Fiorita, bandiera della squadra ben più dei giocatori, fa tornare purtroppo d'attualità la gestione dei lutti da parte del calcio, sia quando riguardano 'noi' (è il caso di Fiorita, ma anche di Astori e di altri) sia quando riguardano grandi personaggi come Papa Francesco. Perché nessuna azienda, se non quelle a gestione familiare, chiude per la morte di una persona che ci lavora e bisogna dirlo anche schiacciando il tasto della retorica: la vita di un operaio non vale meno di quella di una persona del mondo del calcio. Questo al di là del dolore di chi rimane e della regolarità del fatto sportivo: non crediamo che per Empoli e Venezia il rinvio faccia la differenza, ma se di mezzo ci fossero state Inter e Napoli le reazioni sarebbero state diverse.

 

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Loading...





















Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi