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Il Genoa comprato da Sucu, le coppe di Everton e Roma, il senso dell'Under 15
Dan Sucu è il nuovo proprietario del Genoa, avendo sottoscritto la parte dell’aumento di capitale a pagamento, quindi 40 milioni di euro, che quindi lo rende proprietario del club dopo giorni di voci (fino a ieri Sucu sembrava si stesse muovendo insieme a Ion Tiriac, non è comunque escluso che Tiriac venga coinvolto lo stesso visto che Sucu si è posto come il frontman di una cordata) e di cattivi pensieri. Il più cattivo di tutti è che di imprenditori italiani con 40 milioni da investire in immagine ce ne siano tantissimi, ma evidentemente nessuno ritiene che il calcio di Serie A dia una buona immagine. Il sessantunenne Sucu non è un signor nessuno, da presidente della Confindustria rumena e proprietario del Rapid Bucarest, anche se nessuno in Italia lo aveva sentito nominare prima di questa trattativa per il Genoa. E nessuno sa quali siano i suoi reali progetti per il Genoa, al di là del fatto che si tratti di una realtà che se bene amministrata può autofinanziarsi: i tifosi sanno che i Gudmundsson e i Retegui partiranno, ma si può fare lo stesso una squadra che rimanga in A. La stessa squadra attuale può, per il valore dei singoli giocatori, salvarsi senza far gridare al miracolo. Rimane il fatto che mezza Serie A rimanga (quelli di 777 erano comunque americani) in mano straniera, per motivi non proprio scontati a meno di sostenere che l'economia rumena sia superiore a quella italiana.
Il fatto che i Friedkin siano oggi diventati a pieno titolo padroni dell’Everton, dopo l’approvazione della Premier League, cambierà qualcosa per la Roma? Nell’immediato non c’è alcun obbligo: l’Everton non sta giocando coppe ed è quintultimo in Premier League, a 3 punti dalla retrocessione in Championship, mentre la Roma è in Europa League e in Serie A è di soli 2 punti sopra il Cagliari terzultimo in classifica. Difficile vederle nel 2025-26 in Europa, a meno che la Roma vinca l’Europa Legue. Comunque non ci sarebbe l’Everton e quindi fino al 2026 sarebbe impossibile vederle insieme nella stessa competizione, situazione che secondo il riscritto regolamento UEFA farebbe scattare l’esclusione, teoricamente ai danni di chi è più in basso nel ranking UEFA (quindi l’Everton). Ma lo scandaloso caso Manchester City-Girona dimostra che vale qualsiasi escamotage, quindi nella realtà i Friedkin non hanno alcuna fretta di vendere la Roma. Altro discorso è quello della convenienza, anche in prospettiva.
Forse non tutti gli appassionati di calcio sanno che dalla fine degli anni Novanta esiste una Nazionale Under 15, una selezione davvero con poco senso in generale e non soltanto per l’Italia, che si è guadagnata qualche breve vincendo il torneo di sviluppo UEFA in Portogallo. Nella squadra allenata da Enrico Battisti, sotto la supervisione di Antonio Rocca e di Zoratto, ci sono pochissimi giocatori fuori dal giro dei settori giovanili di Serie A, quindi di base non è che serva a molto se non a far perdere settimane di scuola a ragazzi quasi tutti del 2010 per i quali è difficile, anche per occhi esperti, pronosticare o meno un futuro nel professionismo. Insomma, uno dei tanti postifici (hanno anche il match analyst) federali, che la retorica sui giovani esenta da critiche o anche soltando da domande. A cosa serve l’Under 15? E a chi?
stefano@indiscreto.net
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