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Italy vs Norway  - UEFA womens European Qualifiers 2024

Italy's Gabriele Gravina during the UEFA womens European Qualifiers soccer match between Italy and Norway at Paolo Mazza Stadium in Ferrara -Italy - Tuesday, June 4 , 2024. Sport - Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)© LAPRESSE

Nuovo vecchio Gravina

Le elezioni FIGC già finite, la fine del caso ultras e lo status del Real Madrid

4 giorni fa

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Gravina o Del Piero? La corsa alla presidenza della FIGC non è una vera corsa, come quasi sempre avviene nelle federazioni sportive italiane, che sono tutto tranne un modello di democrazia. L’attuale presidente, forte dei fallimenti recenti della Nazionale, del livello medio sempre più basso dei nostri calciatori e da una perdita di interesse nei confronti del calcio da parte degli italiani più giovani (che non è una sua colpa, ma nemmeno un merito), ha gettato la maschera: si ricandiderà. L’unico dubbio è se sarà candidato unico o no, perché l’esito finale è scontato: Gravina ha i numeri per stravincere. In ordine di peso elettorale: Dilettanti (34%), Calciatori (20), LegaPro (12), Allenatori (10), Serie B (6). L’82%, maggioranza italiana più che bulgara. E a dirla tutta la Serie A su Gravina è divisa: Lazio e Napoli gli oppositori più forti, Juventus e Roma i sostenitori o comunque i ‘non nemici’ di maggior cilindrata, gli altri incerti, astenuti, favorevoli o contrari con modalità più sfumate. L’operazione Del Piero è quindi totalmente mediatica, fra l’altro senza contattare Del Piero che peraltro ha tirato fuori la solita storia del non voler essere un candidato divisivo: come tanti ex campioni, anche i più intelligenti (e lui fa senz’altro parte di questa élite), non ha voglia di sporcarsi le mani candidandosi e andando a cercare i voti. Ma così non cambierà mai niente. Per la cronaca, non vogliamo dire la storia, Gravina era consigliere federale già a metà anni Novanta.

Dopo settimane di torpore il caso Inter-Milan-ultras è finalmente entrato nel mondo della giustizia sportiva, visto che da poco le 12.000 pagine arrivate dall’Antimafia sono a disposizione delle otto persone della Procura FIGC che indagano sulla natura dei rapporti fra i due club milanesi e la loro tifoseria organizzata, più o meno minacciosa. Senza inerpicarci nel giurismo di Google, vediamo cosa rischiano Inter (per quantità di episodi e per la rilevanza mediatica di alcuni la posizione nerazzurra è la più pesante) e Milan saltando il solito balletto del ‘Siamo parte lesa’. Il caso più simile a quello dell’Inter, le pressioni per avere biglietti con anche coinvolgimenti di esponenti o affiliati alla criminalità organizzata, è quello che 7 anni fa portò a una squalifica, poi cancellata in appello, per Andrea Agnelli. Nemmeno il procuratore federale Pecoraro, che per il presidente della Juventus (dove all’epoca amministratore delegato era Marotta) aveva chiesto una pensa più pesante dell’anno poi dato in primo grado, chiese sanzioni sportive di altro tipo rispetto alle squalifiche di dirigenti o multe. Di certo Inter e Milan non perderanno lo scudetto o un piazzamento Champions per questa vicenda, così come non li perse la Juventus. 

Le 11 nomination FIFA per il Best Player capitano in un pessimo momento per il Real Madrid e per lo stesso Ancelotti, del quale i media della casa stanno mettendo in discussione la preparazione atletica non potendo negare la sua capacità nel guidare grandi squadre. Degli 11 supposti migliori del mondo ben 6 sono del Real: Carvajal, Mbappé, Bellingham, Valverde, Vinicius e anche Kroos, che si è ritirato in estate. Nessun italiano, diversamente da quanto è accaduto per gli allenatori, con Ancelotti, e per i portieri con Donnarumma. Molta più Italia nel Best FIFA Men’s 11, dove ci sono nomination per ognuno dei quattro reparti: scorrendo la megalista troviamo 3 azzurri (Donnarumma, Bastoni, Dimarco) e 11 giocatori della Serie A (Maignan, Sommer, Bastoni, Bremer, Cacace, Dimarco, Hummels, Calhanoglu, Pulisic, Lookman, Lautaro Martinez). Come al solito questi premi non sono il giudizio di Dio ma la certificazione di uno status. Quello del Real Madrid non è nemmeno lontanamente paragonabile agli altri, visto che campioni affermati come Mbappé pur di vestire questa maglia fanno del puro autolesionismo.

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