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Italia vs Francia - Uefa Nations League 

France's Adrien Rabiot scores 0-1  during the Uefa Nations League soccer match between Italy and France at the San Siro Stadium in Milan, north Italy - Sunday , November 17 , 2024. Sport - Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)© LAPRESSE

Testa di Rabiot

L'evitabile 1-3 subìto dalla Francia a San Siro costerà all'Italia di Spalletti non tanto un quarto più difficile in Nations League, quanto minori possibilità di entrare al Mondiale dalla porta di servizio...

18 novembre

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La Nazionale va in naftalina fino a marzo perdendo 1-3 a San Siro contro la Francia una partita che ha confermato la cattiva organizzazione degli azzurri di Spalletti su azioni da calcio piazzato o da suoi sviluppi (gli ultimi 6 gol subiti tutti così, anche se l’autogol di Vicario non è stato un problema di organizzazione, mentre i due gol di Rabiot sì) e soprattutto il fatto che una squadra piena di classe media abbia bisogno del fuoco dentro per funzionare contro realtà del livello della Francia. Prima che sul campo l’Italia e Milano avevano già perso con i fischi alla Marsigliese di una consistente parte del pubblico, subito notati dagli azzurri che hanno provato a trasformarli in applausi: per la squadra di Deschamps la paradossale situazione di sentirsi l’inno fischiato in trasferta ma anche a volte in casa, dai francesi di seconda o terza generazione. Ma il pubblico delle nazionali non era migliore di quello dei club? Ci siamo persi qualcosa?

Al di là di questo, essere passata come seconda nel girone può per l’Italia essere un problema. Non per la Nations League, i cui quarti di finale contro una fra Spagna, Germania e Portogallo (venerdì a Nyon il sorteggio: andata il 20 marzo in Italia e ritorno il 23 in trasferta) saranno comunque complicati: certo la FIGC vorrebbe organizzare le Final Four di giugno, perché il tassametro deve girare (molti giocatori pochi giorni dopo saranno impegnati nel presunto Mondiale per club) e ci sono medagliette da appuntarsi, ma ha bisogno come prerequisito che l’Italia si qualifichi. Il vero problema è il Mondiale, perché al sorteggio dei gironi di qualificazione il prossimo 13 dicembre le squadre sconfitte nei quarti potrebbero finire in uno dei gruppi da 5 squadre, quindi con due partite in più da giocare. Non essere arrivati primi nel girone, risultato per cui sarebbe bastato perdere a San Siro con un gol di scarto, significa anche non poter in alcun caso essere ripescati da terzi per partecipare al playoff a 16 da cui dovranno uscire le 4 squadre che accompagneranno nel 2026 in Nordamerica le 12 vincenti dei gironi. In estrema sintesi, una delle tante dormite sui cross aumenta in linea teorica le probabilità di un terzo disastro mondiale consecutivo. Rischiamo di ricordarceli, questi gol di Rabiot.

Rimanendo sul presente, i promossi e i bocciati di San Siro sono abbastanza chiari. Promossi soltanto Cambiaso e Dimarco, senza inerpicarsi in discussioni sui ‘quinti’ e sugli sbavamenti per i ribaltamenti di fascia: questi due giocatori hanno capito le sovrapposizioni che chiede Spalletti anche in uno schema non spallettiano come il 3-6-1 che il c.t. ha dovuto mandare giù, così come le hanno capite Di Lorenzo e Bastoni. Fra i bocciati Vicario, non per l’autogol ma per la sensazione di incertezza che ha trasmesso costantemente, tutto il centrocampo, con il trucco del Barella in più che contro una squadra di grossa cilindrata fisica non ha funzionato, e l’attacco inteso come Retegui, in forma ma lasciato solissimo e quasi scherzato da Konaté e Saliba. Non era una partita da dentro-fuori, di quelle di solito indigeste a Spalletti, ma per certi versi le assomigliava. E Spalletti l’ha ancora una volta interpretata male, con l’asterisco di una rosa inferiore a quella di un Deschamps che sopravviverà anche al caso Mbappé e la cui panchina-record, almeno nell’era del selezionatore unico, sarà eventualmente segata da Zidane soltanto nel 2026. Data limite, in ogni caso, per Spalletti.

stefano@indiscreto.net

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