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Il 6 settembre del 2004 il Napoli fallito fu rilevato da un produttore cinematografico che superò la concorrenza di tanti altri imprenditori, alcuni anche già dentro il calcio. I risultati parlano da soli...
Il 6 settembre del 2004, venti anni fa, Aurelio De Laurentiis comprava il Napoli. ‘Comprava’ si fa per dire, perché l’allora produttore cinematografico rilevò, pagandolo più dei concorrenti, dalla curatela del tribunale il titolo sportivo di un club che tecnicamente era fallito ma che era nel mirino di tanti, soprattutto di Giampaolo Pozzo nei giorni precedenti era sembrato più vicino di De Laurentiis a concludere l’affare. Chissà come sarebbe stato il Napoli di Pozzo… Da ricordare che in corsa, più o meno con le stesse chance di De Laurentiis e del patron dell'Udinese, c’erano anche Luciano Gaucci, che però pretendeva una sorta di ripescaggio in B, il presidente del Siena Paolo De Luca, su un piano diverso rispetto alle varie cordate (da ricordare la Lega Azzurra con Luis Vinicio come frontman).
Il Napoli così ripartì non dai dilettanti ma dalla Serie C1 (De Laurentiis non pretese ripescaggi o stravolgimenti di campionati e quindi la sua offerta fu gradita anche dalla FIGC), con la nuova denominazione di Napoli Soccer, che pochi anni dopo sarebbe cambiata tornando a quella originale, Pier Paolo Marino come direttore generale e Giampiero Ventura come allenatore, ed un mercato ovviamente fatto all’ultimo momento, grazie anche ad una proroga concessa dalla federazione. Nel 2007 il ritorno in Serie A ed il resto è storia, anzi attualità, con il punto più alto toccato con lo scudetto di Spalletti ma comunque tante altre stagioni ad altissimo livello.
Un bilancio in attivo, anche sul piano personale, visto che quei 31 milioni del 2004 sono diventati circa un miliardo, come valore stimato del club (De Laurentiis dice più del doppio) e che il consiglio di amministrazione del club, di fatto il presidente e i suoi familiari, ha in questo ventennio percepito oltre 40 milioni di euro di compensi, il che porta a pensare che De Laurentiis abbia guadagnato dal Napoli più di molti dei suoi calciatori: una situazione più unica che rara, anche fra le società meglio amministrate.
È lui il miglior presidente nella storia del Napoli? L’unico concorrente per questo titolo è ovviamente Corrado Ferlaino, che tutto sommato vince il confronto e non soltanto per i due scudetti, la Coppa UEFA, eccetera, risultati che De Laurentiis può anche superare, ma soprattutto per lo status politico-sportivo e di immagine fatto raggiungere al club nella seconda metà degli anni Ottanta, del tutto paragonabile a quello delle Juventus-Inter-Milan dell’epoca. Questo senza contare Maradona, l’icona universale del calcio, arrivato a Napoli non da ragazzo promettente ma già da Maradona. Un po’ come se oggi fossero messi a disposizione di Conte, insieme, Mbappé, Haaland, Rodri e Bellingham. A onore di De Laurentiis va detto che il suo Napoli ha avuto una crescita costante, mentre quello di Ferlaino ha avuto alti e bassi in almeno tre epoche diverse.
In definitiva De Laurentiis è stato il più bravo, pur non sapendo (nel 2004) assolutamente nulla di calcio, dell’infornata di nuovi proprietari o presidenti creata in quegli anni di fallimenti o di situazioni sportive tragiche: Lotito, Della Valle, Cairo, fino ad arrivare a Ghirardi. E paradossalmente il suo non essere 'uomo di calcio' lo ha aiutato ad avere uno sguardo più lucido sul quadro generale. Ha fatto tanti errori, anche (tipo improvvisarsi direttore sportivo nel post Spalletti), ma ai tifosi del Napoli poteva davvero andare molto peggio. Qui non si tratta di ringraziare questo o quello, perché ognuno fa i suoi interessi, ma soltanto di fare qualche confronto.
stefano@indiscreto.net
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