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Il Napoli di Conte

Il Napoli di Conte

Un allenatore motivato, le scelte di Spalletti, lo scontento Tudor e i follower del calcio italiano

5 giugno

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Ad Antonio Conte era rimasto soltanto il Napoli. È brutto dirlo in questi termini, perché stiamo parlando di una squadra che nel 2023 ha vinto lo scudetto e che anche nel post-Osimhem rimarrà forte, ma è esattamente ciò che è successo. Adesso che la firma fino al 2027 è ufficiale non rimane che attendere con curiosità il ritorno di un allenatore fermo da un anno ma che sembra carichissimo, al punto di credere nel ritorno impossibile (per come Elkann considera chi ha fatto parte dell’era Andrea Agnelli) alla Juventus e di aspettare un segnale mai arrivato dal Milan, che per filosofia della proprietà vuole aziendalisti al confine dello yes-man e non allenatori magari bravissimi ma che dopo un minuto si lamentano dei mancati acquisti e che in generale, per usare un termine che Conte usa anche in privato, sono ‘demanding’. Ipotesi estere ce ne sono state, ma dopo il Tottenham non sono mai state prese in considerazione ed in ogni caso Conte era soltanto uno dei candidati per grandi deluse come Chelsea e Manchester United. Adesso arriva in un ambiente che ricorda quelli della Juventus 2011 e dell’Inter 2019: niente coppe, una stagione disastrosa alle spalle, una rosa di qualità, una tifoseria affamata di riscatto. La differenza è che nei due esempi precedenti si rapportava con Marotta, non con una proprietà vicina (Agnelli) o lontana (Zhang), mentre con tutto il rispetto per Manna adesso il rapporto sarà con De Laurentiis, presidente-padrone come quelli di una volta, al di là del fatto che in questa avventura Conte sarà seguito anche da Oriali.

Le amichevoli della Nazionale sono incommentabili, soprattutto quelle prima dei grandi appuntamenti: il triste 0-0 contro la Turchia di Montella ha detto soltanto che Spalletti difficilmente rinuncerà alla difesa a quattro e che il vento dell'assente Scamacca come centravanti soffia fortissimo, visto che Retegui non sta male ma nemmeno segna come prima e che Raspadori è ormai etichettato, anche da se stesso, come falso nove. Niente che non si sapesse già prima, o che abbia fatto cambiare idea al c.t. riguardo ai 26 per l’Europeo che annuncerà domani mattina.

Se Tudor non avesse un contratto blindato Lotito lo avrebbe già esonerato, visto che l’allenatore croato gli ha chiesto una vera e propria rivoluzione, ben al di là della sostituzione di Felipe Anderson e della gestione di Immobile, con punto interrogativo su Luis Alberto. Tudor, già contrariato (eufemismo) per la perdita di Kamada, farebbe a meno, fra gli altri, di Rovella, Guendouzi e Isaksen, cioè in sostanza quasi tutti gli investimenti recenti della Lazio. Ci sono le premesse per una stagione difficile, magari alla prima offerta sarà proprio Tudor a liberare Lotito dall’imbarazzo per una mossa così avventata, davvero non da lui, visto che Tudor è alla Lazio dal 18 marzo e non può avere cambiato idee tattiche in due mesi. Tanto valeva proseguire con Martusciello e tenersi le mani libere per le suggestioni (Allegri?) del momento.

Interessante calcolo fatto dal CIES, che ha sommato i follower degli account ufficiali di X, Facebook, Instagram e TikTiok dei club di tutto il mondo. Con un asterisco, che mettiamo noi: i follower si possono anche comprare, costano pochissimo e possono essere un buon investimenti di marketing. Detto questo, con 410,9 milioni totali (che non significa persone singole, visto che possono essereci tante duplicazioni) domina il Real Madrid, davanti a Barcellona (360,7) e Manchester United (216,3). Prima italiana la Juventus, sesta a quota 155,8 milioni, mentre il Milan è dodicesimo a 68,8, l'Inter tredicesima con 61,8 e la Roma ventesima con 36,4. I follower non sono un indicatore di qualità, ma di popolarità senz'altro sì: nella top 20 domina la Premier League con 6 club, ma subito dietro c'è la vituperata Serie A con 4. E se rapportiamo tutto alla diffusione dell'italiano come lingua, al di là del fatto che post e tweet siano ormai in tutte le lingue principali, si ha un'idea di un potenziale che all'estero stanno vedendo meglio che da noi.

stefano@indiscreto.net

 

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