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Il dopo Zhang all'Inter, la causa di Allegri, la scomparsa del Sud e il contratto di Maresca
Beppe Marotta presidente dell’Inter: non soltanto un meritato premio alla carriera visto che rimane amministratore delegato dell’area sportiva del club campione d’Italia anche nell’era di Oaktree, breve o lunga che sarà. Succede a Steven Zhang, diventando così il ventiduesimo (contando una volta sola Massimo Moratti, che lo è stato per due periodi) presidente della storia nerazzurra, con la prospettiva di continuare a governare l’Inter come fa dalla fine del 2018, anche se le logiche sono cambiate. Da una proprietà poco presente, che comunque ha sempre pompato soldi nell’Inter fino all’ultimo (cosa che in tanti dimenticano), ad una che gli starà con il fiato sul collo, visto che il consiglio è quasi totalmente targato Oaktree, e non è detto che ripiani ogni perdita pur avendo la cilindrata per farlo. Certo è che Marotta ha invertito una tendenza negativa, non soltanto a livello sportivo, e che questo è il punto più alto di quasi mezzo secolo di carriera, con vista su presidenze ancora più stimolanti (FIGC). Il miglior dirigente calcistico italiano, in serie A1 (in A2 è Sartori), è lui e non da oggi. Ma nonostante il doppio incarico di prestigio le mani saranno adesso meno libere.
Il licenziamento per giusta causa di Max Allegri, reso noto venerdì scorso, non era poi per una causa tanto giusta se sono bastati due giorni, la minaccia di andare in tribunale ed un colloquio (si suppone) con Elkann per arrivare ad una transazione dall’importo ancora non ufficiale ma che di sicuro soddisfa l’allenatore ed il suo staff, lasciandogli le mani libere per prendere la differenza se ci sarà un’offerta stimolante che ancora non c'è (anche se la Lazio sarebbe una bella sfida). Non proprio una vittoria di Giuntoli, che comunque adesso costruirà il futuro della Juventus con un allenatore di suo gusto. Da ricordare che il primo anno di Marotta alla Juventus di Andrea Agnelli (ma chiamato da Elkann) fu fallimentare, senz'altro peggiore rispetto al primo di Giuntoli.
Perché il Centro-Sud è quasi scomparso dalla Serie A? Considerando della stessa zona il Sassuolo retrocesso ed il Parma promosso, vanno giù Frosinone e Salernitana, su Como e Venezia. Nella sostanza nel campionato 2024-25 le squadre più settentrionali sopra Cagliari, Lecce e Napoli saranno le due romane. Situazione che unita al discorso sulle proprietà (salite tre straniere, scese tre italiane) e alle cinque lombarde si presta a mille analisi, anche se non ne faremo nessuna. Ricordiamo soltanto che fra le prime 20 città d’Italia per numero di abitanti ci sono Palermo (quinta), Bari (nona), Catania (decima), Messina (tredicesima) e Taranto (diciannovesima). E che di queste soltanto il Palermo, con il City Football Group, ha una proprietà ambiziosa anche se certo non manderà al Barbera né Guardiola né Haaland. Il Bari è prigioniero di De Laurentiis, che in caso di promozione lo perderebbe, le altre tre sono in C.
Il Chelsea dell’era Boehly è la società peggio gestita del mondo, in proporzione al budget a disposizione, ma con il contratto quinquennale di Enzo Maresca è riuscito stupire ancora. Beninteso: stiamo parlando di un ottimo allenatore, ancora relativamente giovane, con il bollino di qualità di Guardiola del quale è stato vice e del quale è quasi un clone anche fisicamente. Ma il senso di un contratto quinquennale sfugge ai più, ricordando come in meno di due anni il Chelsea sia riuscito a chiudere rovinosamente l’era Tuchel, a svenarsi per Potter, pagandolo al Brighton come un grande calciatore, a richiamare Lampard per dargli subito un calcio e a buttare altri soldi per il disastroso Pochettino. Certo non hanno un dirigente come Ivan Gazidis, da poco tornato in pista come presidente del Sain-Etienne a proprietà canadese: incredibile che uno dei protagonisti del rilancio del Milan non abbia trovato di meglio in un contesto internazionale dove ad avere i soldi veri sono ormai in tanti.
stefano@indiscreto.net
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