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L'allenatore giusto per tutti, il momento di Immobile, le leggende di Spalletti e il colpo di Ronaldo
Roberto De Zerbi al Brighton sta facendo bene, male, nella media? La risposta a questa domanda non interessa i tanti che hanno la tentazione di usare questo allenatore per vendere un ‘progetto’ che può essere sintetizzato nello spendere il meno possibile per arrivare ad uno dei troppi posti per le italiane in Europa. E nemmeno i tanti che deridono chi prova a giocare a calcio, come se fosse in contraddizione con il risultato. Sono ormai quasi due stagioni che De Zerbi allena il Brighton, che in Premier League dal 2017 e che come rosa non è sulla carta superiore ad un teorico nono posto dietro le sei corazzate, ed anche l’Aston Villa ed il Newcastle che di questa mini-superlega di fatto sono parte, almeno come possibilità di ingaggiare certi giocatori. La scorsa stagione il Brighton arrivò sesto, miglior risultato nella storia del club, qualificandosi per la prima volta ad una coppa europea, e diede anche spettacolo. Quest’anno, dopo un mercato estivo tremendo, buono per il fantomatico ‘scudetto del bilancio’ (ma a quella cifra Caicedo lo avrebbe venduto chiunque) è andata decisamente peggio, come risultati e come fase offensiva. Merita una grande chance italiana, senza essere inserito nei cosiddetti 'casting' che spesso rispecchiano le idee poco chiare di dirigenti e di giornalisti di riferimento, ormai usati come sondaggisti.
Quale futuro per Ciro Immobile? I messaggi che gli sta lanciando Tudor, zero minuti con la Juve e 7 con il Verona, messaggi evidentemente in sintonia con Lotito, sono chiari. Ma il trentaquattrenne Immobile, che ancora per due anni ha un contratto da oltre 4 milioni netti stagione, non ha troppa voglia di emigrare e di spostare la famiglia da Roma. Certo alla Lazio non arriverà Haaland, un Immobile tirato a lucido potrebbe anche riconquistare il posto. Ma il punto è un altro: se Immobile se ne fosse andato di sua volontà uno o due anni fa sarebbe passato (non solo per il bar ma anche per i media) per traditore, adesso che ha avuto una flessione 8 stagioni di Lazio non contano più niente. Via, come una scarpa vecchia. Poi dicono che i mercenari sono i calciatori.
Nell’intervista fatta dal direttore del Corriere dello Sport e del Guerin Sportivo, Ivan Zazzaroni, Spalletti ha detto tante cose interessanti ed una preoccupante. In maniera involontaria ma l’ha detta: perché usare le vecchie glorie (Baggio, Totti, Del Piero, Antognoni, forse anche altri) come motivatori e ispiratori per gli azzurri di oggi è quasi una certificazione di debolezza. Soprattutto se queste bandiere sono messe lì giusto a sventolare e senza un ruolo specifico (come aveva Gigi Riva e come ha Buffon, per dire), togliendo spazio e attenzione ai calciatori del presente. Le intenzioni di Spalletti sono buone, in fondo qualche stretta di mano a Coverciano non farà male ad alcuno, ma il messaggio che arriva è ‘Quanto erano bravi quelli di una volta’. Ma Sinner, anzi Arnaldi per fare un paragone più coerente con l'attuale situazione dell'Italia, è motivato da Pietrangeli?
Ronaldo ha venduto la quota di maggioranza del Cruzeiro, per circa 110 milioni di euro, quasi 40 più di quanto l’avesse pagata a fine 2021. Ed ha annunciato che presto si sgancerà anche dal Valladolid. In entrambi i casi uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi si è rivelato un abilissimo uomo d’affari, in entrambi i casi è stato contestato dalla tifoseria nonostante risultati discreti: ha riportato il Crizeiro in alto e con il Valladolid sta tornando nella Liga dopo essere retrocesso. Nel mondo degli agenti si dice che il primo grande calciatore a diventare padrone di un club importante sarà lui, forse sa già come e quando.
stefano@indiscreto.it
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