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Inzaghi in fuga© Inter via Getty Images

Inzaghi in fuga

Lo scudetto dopo Inter-Juventus, il caso Zielinski, Gasperini 150 e le date del Mondiale.

Stefano Olivari

05.02.2024 ( Aggiornata il 05.02.2024 12:37 )

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L’Inter di Simone Inzaghi ha fatto un passo probabilmente decisivo verso lo scudetto battendo la Juventus a San Siro. Di corto muso, alla Allegri, secondo il tabellino, ma con moltissima sostanza e una netta superiorità se si guarda ad una partita che rispetto all’andata è stata giocata da entrambe al meglio delle proprie possibilità. E le possibilità dell’Inter sono superiori, nonostante ingaggi della stessa cilindrata, al di là dell’espediente mediatico un po' di tutti di fare la parte degli outisider. Un tifoso dell'Empoli o del Verona preso a caso farebbe notare che in testa ci sono le due squadre con i giocatori più pagati... Tornando allo scudetto, 4 punti di vantaggio con 15 partite (per la Juventus) da giocare non sono un vantaggio enorme, considerando anche che l’Inter la sua partita da recuperare la può perdere contro l’Atalanta, ma il ritmo della squadra di Simone Inzaghi è superiore a quello del Napoli scudettato di Spalletti (2,59 punti a partita contro i 2,37 del Napoli) e soltanto la tenacia della Juventus ha reso questo campionato più interessante di quello scorso. Parafrasando Allegri, nel calcio Djokovic, cioè la squadra più anziana della Serie A, è ancora più avanti rispetto a Sinner. Questo non toglie che entrambe stiano facendo il massimo e che paradossalmente proprio la loro lotta porti ad una sottovalutazione di entrambe, visto che la Juventus viaggia ad un notevolissimo 2,30 punti a partita. 

A proposito di Inter e Napoli, il caso Zielinski fa rumore e non perché il centrocampista polacco a luglio, scaduto il contratto con De Laurentiis, passerà all’Inter, ma perché è raro che un giocatore di questo livello sia messo fuori rosa (ufficialmente soltanto in Champions, vedremo per il resto) per motivi di mercato con quasi metà campionato ancora da giocare. Una scelta autolesionistica che danneggerà Mazzarri, oltre alla solita ideologia malata accettata dalla maggioranza di media e tifosi: il club, vale per il Napoli come per gli altri, può decidere che non servi più, ma tu calciatore non puoi decidere che il club non serve più a te.

Mentre il Milan si avvicina a fari spenti al secondo posto con Jovic in versione Massaro, l’Atalanta ha consolidato il suo quarto quasi umiliando la Lazio, che ha giocato una delle sue partite più brutte nell’era Sarri, lui sì con una rosa da outsider. Per Gasperini la vittoria numero 150 con l’Atalanta e non è soltanto una statistica, pur notevole visto che nella storia della Serie A con una singola squadra hanno vinto più di lui soltanto Trapattoni, Allegri, Ancelotti ed Herrera. Lui ha vinto in un contesto in cui i migliori partono sempre ma in cui anche ci si è abituati a lottare per l’Europa, con aspettative regolarmente più alte rispetto al valore della rosa. Situazione difficile, che più volte lo ha portato sul punto di rottura. Tutto questo senza contare la qualità del gioco espresso e i tanti giocatori valorizzati, ultimo ma non ultimo De Ketelaere. Miglior allenatore italiano della storia a non avere mai allenato davvero una grande tradizionale, tolte quelle poche partite con l’Inter.

Da giovedì 11 giugno a domenica 19 luglio: queste le date del mostruoso Mondiale 2026, ufficializzate dalla FIFA insieme al programma. Partita inaugurale all’Azteca di Città del Messico, semifinali a Dallas ed Atlanta, finale a New York (il MetLife Stadium è a East Rutheford, New Jersey, anche se è la casa dei newyorkesi Giants e Jets della NFL) e ognuna delle tre nazioni ospitanti che giocherà in casa le partite del proprio girone. 104 partite totali, con certi giorni in cui si giocheranno 6 partite, e nella sostanza tutto targato USA, visto che lì si giocheranno 12 dei sedicesimi di finale, 6 degli ottavi e tutte le partite dai quarti in avanti. In teoria l’allargamento a 48 squadre rende la qualificazione dell’Italia più facile, visto che i posti per la UEFA passano da 13 a 16, ma in pratica basta guardare il rendimento degli attaccanti da maglia azzurra per iniziare a preoccuparsi.

stefano@indiscreto.net

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