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Lo scudetto di Sarri© LaPresse

Lo scudetto di Sarri

La Juventus dopo tre anni e mezzo, i numeri del razzismo, De Rossi e i tutti buoni, le statistiche della Lazio

Stefano Olivari

22.01.2024 ( Aggiornata il 22.01.2024 15:50 )

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La Juventus è tornata in testa alla classifica da sola dopo tre anni e qualche mese. Con l’asterisco della partita in più rispetto all’Inter, certo, ma anche con l’impressionante ricordo della Juventus di Sarri, che nell’agosto di quell’assurdo (e non per motivi calcistici) 2020 quasi non festeggiò il nono scudetto consecutivo dell’era di Andrea Agnelli. Sarri era già da mesi nel mirino e dopo qualche giorno, con l’eliminazione dalla Champions per mano del Lione, sarebbe stato esonerato per far posto a Pirlo ed al suo calcio liquido esaltato dagli stessi che oggi sbavano per il calcio relazionale e domani, chissà, per quello dettato dall'AI. In quella Juventus scudettata sotto Agnelli c’erano Nedved e Paratici e in campo da protagonisti, oltre a Cristiano Ronaldo, Higuain, Dybala, Bonucci, Pjanic, Matuidi, De Ligt, Cuadrado, Bentancur, Bernardeschi… Inutile dire cosa sia successo nel frattempo, su spinta del solito ribaltone nel mondo Agnelli-Elkann con il potere tornato in mano a chi ha il potere in giochi più grandi.

Gli insulti razzisti di alcuni tifosi dell’Udinese a Maignan sono diventati un caso mondiale, con un sorta di equazione razzista al contrario (50 razzisti uguale tutti i tifosi del'Udinese razzisti), anche se li hanno sentiti davvero in pochi. Fra questi pochi non gli arbitri né le panchine di Udinese e Milan né, come pare dai comportamenti, alcuno degli altri 21 giocatori in campo. Li ha sentiti però un ispettore della procura federale, la cui testimonianza sarà alla base della eventuale squalifica del campo o anche soltanto della chiusura della curva. In sostanza: l’idiozia di poche decine di razzisti, per il suo ridotto impatto come dimensioni, non porterà ad alcuna squalifica come è giusto che sia se non vogliamo che i club vengano ricattati come ai tempi, da non rimpiangere, in cui i giocatori stramazzavano a terra per un petardo a decine di metri di distanza. Molto interessante ed auspicabile la squalifica a vita e ad personam, da parte dell’Udinese, di tutti gli spettatori coinvolti, ben al di là del Daspo: se c’è una stadio italiano in cui questo tipo di indagine è possibile questo è proprio il Bluenergy Stadium.

La Roma di Daniele De Rossi ha tutto per arrivare al quarto, per non dire quinto, posto da Champions League, come del resto la Roma di Mourinho. Per De Rossi l’occasione enorme per iniziare, non contando i mesi alla Spal, bene la sua carriera da allenatore nel calcio che conta e non diventare un nome buono per far girare il tassametro nel terzo, ma primo come pagamenti, mondo calcistico. Ma a nemmeno una settimana dall’esonero di Mourinho è curioso che in questa vicenda quasi tutti passino per buoni. Anche giocatori, a partire da Pellegrini, che nella fase finale con Mourinho quasi non sono esistiti. Fra i cattivi per la gran parte dei media ci sono i Friedkin, che in tre anni e mezzo hanno speso per la Roma più di 800 milioni di euro per leggere che la mitologica ‘gente’ accoglierebbe con favore l’arabo di turno. Lo aspettano anche loro, se è per questo.

Classifica basata del differenziale expected goals (xG a favore meno xG contro, il tutto diviso per il numero di partite giocate) dopo la ventunesima giornata di Serie A: prima Inter con 0,76, di pochissimo davanti allo 0,74 del Napoli, davanti ad Atalanta (0,40), Fiorentina (0,37), Juventus (0,28), Roma (0,20), Bologna (0,12) e Milan (0,11). Notevole che il vituperato Napoli di Garcia e Mazzarri sia da scudetto e notevole anche il caso Lazio, che per occasioni create e subite, semplifichiamo anche se gli xG tengono conto di diversi parametri, dovrebbe essere quindicesima, in zona retrocessione, ed invece è in piena zona Champions. Non una statistica di cui i sarriani osservanti saranno orgogliosi, ma forse quasi un altro scudetto per Sarri. Che appena cala la tensione, come si è visto venerdì in Supercoppa, davvero dà ragione alle statistiche.

stefano@indiscreto.net

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