Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Milan da Europa League© Getty Images

Milan da Europa League

Pioli dopo Newcastle, la rinuncia a Lautaro Martinez, il quinto posto d'oro e Chiellini dirigente.

Stefano Olivari

14.12.2023 ( Aggiornata il 14.12.2023 13:47 )

  • Link copiato

L’uscita del Milan dalla Champions League è un disastro finanziario, più che un fallimento sportivo. Stare fuori dalla fase ad eliminazione diretta e dal nuovo Mondiale per Club significa ottimisticamente meno 100 milioni, senza contare l’indotto, ma essere arrivati terzi, di fatto per un gol, in un girone con PSG, Borussia Dortmund e Newcastle non è un disonore. In passato troppi club italiani hanno considerato l'Europa League una specie di Cayenna, ma vista la proprietà rossonera è difficile che sia così anche in questo caso: la seconda coppa europea diventa quindi un obbiettivo, oltre che una zavorra nella lotta per lo scudetto. Per questo Pioli, a meno che non (ri)entri in modalità provocatoria, dovrebbe durare fino all’individuazione dell’allenatore del nuovo ciclo. Scelto da Ibrahimovic, se il suo nuovo ruolo non sarà soltanto fumo, e del resto lui sarà il supervisore di Furlani e non di Pioli. Certo al di là delle colpe dell’allenatore di cui si è spesso parlato, gli infortuni muscolari su tutte, rimane la sensazione di una qualificazione buttata nella partita di San Siro con il Newcastle, più che in quella persa con il Borussia Dortmund, ed anche a Newcastle si sono viste le due facce di una squadra legata alle fiammate di Rafael Leão: quando lui c’è, anche in versione minore, cambia tutto.

Tre italiane su quattro agli ottavi di Champions rimangono un grosso risultato: l’unico campionato che ha fatto meglio è la Liga, con quattro, mentre tre come le italiane sono le promosse della Bundesliga. Due quelle della pompatissima Premier League, a riprova ulteriore che nel calcio si può vincere anche con una buona classe media: almeno fino a quando non permetteranno rose di 50 giocatori e le grandi deprederanno la concorrenza. Inter, Napoli e Lazio passano come seconde, quindi lunedì al sorteggio troveranno sicuramente guai, con gradazioni che vanno dal Manchester City a quella Real Sociedad che per l’Inter è stata senza dubbio un'occasione buttata, nel nome di un turnover esagerato e di uno scudetto diventato ossessione su input più di Marotta che di uno Zhang anche alla festa di Natale apparso in videomessaggio (a memoria fra i presidenti dei grandi club solo Pallotta si faceva vedere meno in Italia). Come è possibile che Lautaro Martinez abbia giocato solo i finali di partita nelle ultime tre partite di Champions? Qualche ambizione ha anche il Napoli del 'nuovo' Mazzarri, quello che ha visto la luce (presi in giro i media 'giochisti', punto a favore di Mazzarri), pescando i baschi o il Borussia Dortmund, mentre la Lazio l’impresa l’ha già fatta e al di là delle lamentele-mani avanti di Sarri sembra davvero di una cilindrata inferiore rispetto agli ottavi di Champions.

Prima ancora di vedere in risultati di Roma, Atalanta e Fiorentina si può dire che l’Italia è messa benissimo per uno dei due posti supplementari nella nuova Champions League a 36 squadre che partirà la prossima estate. Soltanto la Germania è davanti nel ranking 2023/24, l’unico che conta, mentre l’Inghilterra terza ha perso per strada Manchester United e Newcastle, quarte nei loro gironi: si può quindi dire che il gol di Chukwueze abbia fatto bene al Milan, dandogli comunque l’Europa League, ma anche alla Serie A, con gli scenari adesso cambiati totalmente dal quinto posto che molto probabilmente darà la Champions.

Chiellini dirigente della Juventus. Sono quelle frasi che si scrivono da sole, quando la bandiera di un club lascia il calcio giocato e soprattutto quando questa bandiera, come nel caso di Chiellini, nei suoi anni di atleta ha studiato, preparandosi al dopo. Primo problema: come nel caso di altri club, i grandi ex della Juventus sono tanti ma la Juventus è una sola. Secondo problema: Chiellini è stato il volto e l’anima della Juventus di Andrea Agnelli, protagonista in imprese come i nove scudetti consecutivi così come nelle pagine meno edificanti tipo la manovra stipendi. Ed oggi alla Juventus tutto ciò che è legato ad Andrea Agnelli non ha cittadinanza. Terzo problema: nella visione di Elkann gli ex campioni possono essere poco più che tagliatori di nastri, a meno che come dirigenti non abbiano dimostrato qualcosa da altre parti.

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi