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Euro 2024 all'italiana© LAPRESSE

Euro 2024 all'italiana

La Nazionale di Spalletti con il faticoso 0-0 con l'Ucraina ha raggiunto la fase finale del torneo vinto due anni fa. Una partita per metà ben giocata, ma che sarà ricordata per un episodio...

Stefano Olivari

21.11.2023 10:24

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L’Italia è a Euro 2024, ma ci sarebbe tranquillamente potuta essere l’Ucraina se Gil Manzano avesse concesso un normalissimo rigore per il fallo di Cristante su Mudryk al 93’. Il “disastro” paventato da Ceferin, cioè la mancata qualificazione dell’Italia campione in carica al torneo in Germania, non si è quindi materializzato ed è giusto dire che in questa soffertissima impresa di Leverkusen Gravina, che con Ceferin ha un filo diretto (eredità di Tavecchio, peraltro) è stato più importante di tanti giocatori, sicuramente del Politano sostituito di Zaniolo e a sua volta sostituito dopo 20 minuti da Darmian con Spalletti che ha svestito i panni del giochista per un finale trapattoniano e commenti del genere ‘grande cuore azzurro’.

Questo non toglie che Spalletti almeno metà della sua prima partita senza domani con l’Italia se la sia giocata bene, con un primo tempo pieno di occasioni e di situazioni favorevoli, pur senza gol, e la difesa quasi mai in sofferenza. Discreto l'atteso Jorginho, solo da compitino, che ha sofferto le velleità registiche di Barella, molto brillante Chiesa ma tutti gli azzurri comunque almeno decenti e sul pezzo. L’entrata di Scamacca dopo l’intervallo, ed il calo di chi aveva corso di più, come Dimarco e Chiesa, sono coincisi con la salita di tono della nazionale di Rebrov, ed alla fine pur con premesse ed ideologia diversi ne è venuta fuori una giusta qualificazione all’italiana, di cui essere felici.

E adesso? La squadra rema nella stessa direzione e questo è un buonissimo punto di partenza, con Spalletti che ha riportato l’entusiasmo dei primi tre anni di Mancini e che ha disposizione un gruppo di livello paragonabile: non significa che l’Italia vincerà l’Europeo, che inizierà con un sorteggio, il 2 dicembre ad Amburgo, in terza o più probabilmente quarta fascia, ma che può fare bella figura anche senza il piagnisteo del genere ‘Manca Bellingham’ e la retorica da poveretti che devono nascondersi per poi sorprendere gli arroganti campioni. 

Certo da quando qualificarsi alla fase finale dell’Europeo ha smesso di essere un’impresa (dal 1996, allargamento a 16 squadre, poi diventate 24 nel 2006) questa è stata la qualificazione azzurra più difficile di sempre, pensando a quelle di Sacchi, Zoff, Trapattoni, Donadoni, Prandelli, Conte e Mancini. Colpa della sbornia post trionfo del 2021 e della mal gestita fuga di Mancini in Arabia, più che di un calo del livello medio dei giocatori, che comunque c'è ed è evidente anche rispetto a nazionali del passato andate male: per pensare ai miglioramenti Spalletti ha davanti 7 mesi e 4 amichevoli, l’Italia è ancora viva ma per adesso non c’è troppo da sbandierare.

stefano@indiscreto.net

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