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Un'Italia alla Sinner© LAPRESSE

Un'Italia alla Sinner

Il pessimismo da Nazionale, i soldi di Marco Rossi, la roulette di Florenzi e la retrocessione di Gravina

Stefano Olivari

17.11.2023 ( Aggiornata il 17.11.2023 17:03 )

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Jannik Sinner è il tennista numero 4 del mondo nel ranking ATP, l’Italia di Spalletti la squadra numero 9 in quello FIFA, eppure mai come in questo momento, dopo la vittoria su Djokovic a Torino, sembra di parlare di un numero 1 paragonato a un numero 200. La cosa sta in piedi per Sinner, che ha davanti 10 anni di carriera in cui potrà vincere quello o quegli Slam che gli darebbero la consacrazione definitiva, ma non per l’Italia del calcio che è circondata da un disfattismo e da un pessimismo cosmico che Mancini aveva provato a combattere indicando grandi traguardi e raggiungendoli anche, prima del fallimento mondiale. Aspettiamo lunedì sera, o al limite la sconfitta negli spareggi, per tirare fuori dal libro dei temi gli allenatori che uccidono la fantasia, i troppi stranieri in Serie A, la poca fiducia nei giovani.

L’Ungheria di Marco Rossi e la Slovacchia di Francesco Calzona sono già qualificate a Euro 2024, diversamente dall’Italia, eppure la maggioranza dei loro connazionali ignora l’esistenza di questi due allenatori. Rossi dopo una discreta carriera da calciatore ha come tecnico svoltato nel 2012 quando lo ha chiamato la Honved (anzi, fu lui a chiamare la Honved e a proporsi), ma in Italia non è mai andato oltre la C. Invece Calzona è sempre stato un vice, soprattutto di Sarri con il quale è stato anche nei tre anni al Napoli. E al Napoli è stato vice anche di Spalletti due stagioni fa, prima dello scudetto e della inaspettata nomina a commissario tecnico della Slovacchia, su segnalazione di Hamsik, attuale team manager della nazionale. Se di Rossi si è parlato molto quando l’Ungheria ha affrontato l’Italia di Mancini, di Calzona si conosce giusto il modo in cui gioca la Slovacchia, visto che non ha quasi mai avuto una sua squadra da capo allenatore. Cosa vogliamo dire? Che nel calcio possono davvero sperare in tanti, esiste un sommerso di ottimi professionisti che non hanno ancora avuto un’occasione e che probabilmente non l’avranno mai. Certo è più comodo celebrare Rossi adesso che ricordare la sua denuncia su come venissero gestite alcune panchine in C, cioè chiedendo soldi agli allenatori per dargli una chance, tipo piloti di Formula 1. Visti certi nomi, non è escluso che lo schema esista in qualche realtà di A e B.

Per motivi misteriosi ma non troppo, visto che i titoli dei giornali piacciono a tutti, quando si interrompe la Serie A l’inchiesta sportiva sulle scommesse fa passi avanti, quasi come le dichiarazioni sui nuovi stadi di Inter e Milan. Un centimetro alla volta, come i record mondiali di Bubka. A questo giro è toccato ad Alessandro Florenzi, iscrittosi subito al partito dei giocatori di roulette e giochi da casino, come Zaniolo. L’altro partito è ovviamente quello dei ludopatici, tendenza Fagioli-Tonali, con tanto di certificato medico. Quando sarà il turno delle decine di altri nomi vedremo se si potrà aprire il file ‘Stupido che ha scommesso sul calcio’.

Cosa importa a Gravina di ridurre da tre a due le retrocessioni dalla A alla B? Il progetto di riforma del calcio italiano rivelato da Tuttosport si presta a varie considerazioni, ma già si può dire che questa idea di andare verso leghe chiuse, da NBA dei poveri, non sembra proprio da presidente federale. Anzi, in teoria il numero 1 della FIGC avrebbe l'interesse a dare più speranze a tutti. Chissà quale partita sta giocando Gravina, comunque lui non retrocederebbe nemmeno in caso di vittoria ucraina lunedì. 

stefano@indiscreto.net

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