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Spalletti non è Immobile© LAPRESSE

Spalletti non è Immobile

L'Italia di Colpani e Cambiaso, il calcio di Velasco, il tifo contro da Champions e la rottura della Bobo Tv

Stefano Olivari

11.11.2023 ( Aggiornata il 11.11.2023 08:58 )

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Colpani e Cambiaso sono le due grandi novità, quella di Colpani un po' più annunciata, fra i 29 convocati di Spalletti per le partite contro Macedonia e soprattutto Ucraina che costituiranno il primo ‘Di qua o di là’ della sua gestione azzurra. Difficile vederli titolari o anche solo giocanti, viste le convinzioni del c.t. sull’inserimento dei nuovi, e tutto sommato non c’è da augurarselo perché nel caso sarebbero quasi mosse della disperazione. Come previsto torna Jorginho e certo non per fare la riserva, essendo di nuovo un protagonista nell’Arsenal. Una mezza sorpresa la mancata convocazione di Ciro Immobile, in un difficile momento della carriera ma comunque decisivo in Champions League contro il Feyenoord, una sorpresa quella mancata di Udogie.

Julio Velasco a 71 anni nuovo commissario tecnico dell’Italia femminile di pallavolo, con il chiaro obbiettivo dell’oro olimpico, ci riporta a un quarto di secolo fa quando Velasco, dopo aver abbandonato la panchina proprio dell’Italia femminile dopo un quinto posto agli Europei, fu chiamato da Cragnotti a fare il direttore generale della Lazio. Non lasciò grandi tracce, così come non ne avrebbe lasciate in seguito all’Inter dove Moratti lo ingaggiò dandogli il vaghissimo compito di responsabile dell’area fisico-atletica. In quella Lazio piena di campioni Eriksson lo accolse in maniera non proprio amichevole (“È un grande, ma nel volley”) e nonostante il contratto quadriennale da un miliardo di lire netto a stagione durò soltanto un anno, depotenziato giorno dopo giorno. All’Inter arrivò che c’era Lippi, rimase con Tardelli e se andò prima che Moratti ingaggiasse Cuper. Cosa vogliamo dire? Che il mondo del calcio italiano ha quasi sempre rifiutato dirigenti, anche grandi uomini di sport come Velasco, venuti da fuori e poco disposti a sopportare certe logiche. Eppure Velasco non pensava certo di allenare Lazio e Inter, anche se nel 2023 per come è cambiato il ruolo dell’allenatore potrebbe senz’altro farlo.

La possibile qualificazione alla fase a eliminazione diretta di tutte e 7 le squadre italiane impegnate nelle coppe europee, diciamo possibile senza spingerci oltre, avrebbe un grande sconfitto, il tifo contro. Meccanismo psicologico e sociale che viene spesso ipocritamente criticato ma che è alla base del successo del calcio, visto che non ci si interessa soltanto alla propria squadra ma anche alle rivali. La logica indica ovviamente la convenienza del tifare a favore, visto che il quinto posto italiano nella futura Champions League sarà deciso dal ranking, quindi dai risultati, di questa stagione. Ma quanti romanisti si augurano il bene della Lazio (e viceversa) nel nome di qualche possibilità in più di andare in Champions da quinta? Situazione difficile per molti. 

La rottura fra Christian Vieri e gli ormai ex amici Adani, Cassano e Ventola, ha fatto molto discutere gli addetti ai lavori del calcio ed ancora di più quelli ai livori. Non perché tutta Italia seguisse la Bobo Tv, anzi, al massimo qualcuno leggeva i giornali e i siti che riprendevano i giudizi taglienti di Cassano, ma perché è stato ed ancora è, visto che Vieri sembra intenzionato a portarlo avanti, il primo progetto editoriale sportivo in Italia totalmente senza giornalisti, nemmeno la sottospecie dei giornalisti-tifosi. Si può dire che i quattro ex calciatori erano inascoltabili, parlandosi addosso fra una battuta e l’altra, anche quando avevano qualcosa di interessante da dire? 

stefano@indiscreto.net

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