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Chi vuole Gudmundsson© Gianluca Zuddas/LaPresse

Chi vuole Gudmundsson

I misteri della Serie A, la valutazione di Allegri e la vittoria postuma per Spalletti

Stefano Olivari

07.11.2023 ( Aggiornata il 07.11.2023 15:03 )

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Si può dire che Albert Gudmundsson sia in questo momento il miglior giocatore della Serie A? Questa opinione ha cittadinanza e di sicuro fra le 20 squadre nessuna come il Genoa ha un giocatore che si stacchi così tanto dal contesto come l’islandese, che come dribblatore e uomo-gol è al livello di Kvaratskhelia e Rafael Leão ma che tatticamente è molto più completo, dove lo metti sta. La domanda è retorica ed è sempre la stessa: come è possibile che un calciatore di 26 anni, dopo tanti anni di Eredivisie ed uno in cui è stato considerato da tutti il miglior giocatore della Serie B, giochi ancora nel Genoa? Oltretutto stiamo parlando di un vero predestinato, uno che ha avuto mille articoli, esponente più giovane di una delle famiglie di calciatori più famose. Basti pensare al suo omonimo bisnonno materno, centrocampista e futuro ministro dell’Industria islandese, che giocò qualche partita nel Milan dove era appena arrivato Nordahl. E quindi? Si dice sempre, come forma di autoconvinzione, che nel calcio e nello sport non esistono le raccomandazioni e che i rapporti personali non contano. Ma anche nell'era degli algoritmi (Gudmundsson, quasi in scadenza di contratto con l'AZ, fu preso dal Genoa per poco più di un milione) non è così. 

La vittoria della Juventus a Firenze ha acceso un dibattito sul risultato ‘giusto’ di una partita di calcio che sembra uscito direttamente dagli anni Settanta e Ottanta, roba da contrapposizione zona-uomo. Per una volta però non si può dare la colpa agli expected goals, utilissimo dato statistico (sia pure dipendente dall’algoritmo e dai parametri delle rilevazioni) per valutare nel medio il lavoro di un allenatore e in generale di un club, ma certo non l’onestà di un risultato: chi vince sfruttando l’unico tiro in porta è più bravo di chi non sfrutta nessuna delle dieci occasioni avute, è il calcio. E cosa dicono gli expected goals della Juventus di Allegri? Dicono che nelle prime 11 giornate di campionato ha creato situazioni tali da far prevedere 20,44 gol ed invece ne ha segnati soltanto 17, mentre la difesa, o meglio la fase difensiva, ha concesso situazioni tali da far prevedere 8,52 gol mentre ne ha subiti soltanto 6, miglior difesa del campionato insieme a quella dell'Inter. In altre parole, la Juventus ottiene meno di quanto meriti in attacco e più di quanto meriti in difesa. E quale è, secondo il gioco sviluppato, la squadra più ‘fortunata’ (mettiamo mille virgolette) della Serie A? Il Lecce, che ha quasi 5 punti più del dovuto (se il calcio fosse pattinaggio artistico), davanti a Fiorentina, Inter, Milan e Juventus. Poi si può dire che Allegri è l’Anticristo e Italiano un maestro, o con uguale ottusità il contrario.

La pace fra Spalletti e Totti, ufficializzata al telefono nella trasmissione da Fiorello, chiude una polemica che in realtà è quasi sempre stata unilaterale. Con Totti a ritenere (senza logica, perché anche Spalletti era in uscita dalla Roma di Pallotta) che l’allenatore lo escludesse dai titolari per chissà quale disegno e non perché un quarantenne non può stare 90 minuti in campo in Serie A. Una vicenda istruttiva anche dal punto di vista mediatico, con la maggioranza schierata con il campione, ed anche ispiratrice di libri e fiction confinanti con la spazzatura, come anche altre vicende hanno dimostrato. Il commissario tecnico nella realtà, e non nella fiction, ne esce benissimo.

stefano@indiscreto.net

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