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Le due Juventus

Le due Juventus

Il ritiro del ricorso al Consiglio di Stato segna sì la fine di Calciopoli, ma soprattutto quella dell'epoca di Andrea Agnelli. Che il tifoso giudica diversamente dal contabile...

Stefano Olivari

25.10.2023 18:10

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Calciopoli non avrà mai una fine e a provarlo c’è il numero di volte in cui è stato scritto, negli ultimi 17 anni, che Calciopoli è finita. Ma forse adesso è davvero finita. Certo a questo giro la Juventus versione John Elkann ha compiuto una mossa pesante, ritirando il ricorso al Consiglio di Stato contro le decisioni di diversi tribunali sportivi  (TNAS nel 2011 e Collegio di Garanzia del CONi nel 2019) e del TAR del Lazio l’anno scorso, riguardanti il no alla richiesta di risarcimento nei confronti della FIGC per lo scudetto 2005-2006 tolto ai bianconeri ed assegnato ai all'Inter. Risarcimento quantificato in circa 444 milioni di euro.

Ovviamente la questione è politica e prescinde dalla stessa Calciopoli. Questa del risarcimento era stata la prima battaglia della Juventus di Andrea Agnelli, nel 2010, senza speranze di vittoria ma con un obbiettivo identitario molto preciso ed anche raggiunto, che per certi aspetti ha cambiato pelle al tifo juventino, oltre che a quello anti-juventino. Il fatto che la Juventus di Elkann abbia cancellato il ricorso non rientra soltanto nei megapatteggiamenti fatti con la FIGC per la manovra stipendi e con la UEFA per la Superlega (abiurata, nonostante margini giuridici per una sua rinascita ci siano), ma nella cancellazione di 12 anni e mezzo di gestione Agnelli, guarda caso circa lo stesso periodo dell’era Giraudo-Moggi chiusa appunto da Calciopoli e dalla presa del potere, anche in seno alla Juventus, del ramo Elkann della famiglia. Che finora si è distinto per le buone scelte dei dirigenti (da ricordare anche Marotta, vero anello di congiunzione fra Elkann e Agnelli, arrivando fino a Giuntoli) e per le strategie più che per le vittorie sul campo.

Certo le vittorie di Agnelli sono costate agli azionisti, soltanto negli ultimi 4 anni, circa 900 milioni di euro e quindi ognuno rimane con il suo presidente (anche se Elkann tecnicamente non lo è) della Juventus preferito. Il tifoso ha pochi dubbi: Cragnotti batte Lotito, Moratti batte Zhang, Berlusconi batte Cardinale, Sensi batte Friedkin, arriviamo a dire anche Cecchi Gori batte Commisso. E non è detto che abbia torto, visto che stiamo parlando di calcio. 

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