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Scommessa contro i playoff© Getty Images

Scommessa contro i playoff

Le dimissioni di Gravina, la fascia dell'Italia e il risparmio sul terzo portiere.

Stefano Olivari

19.10.2023 ( Aggiornata il 19.10.2023 20:44 )

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Gravina si deve dimettere? Lo hanno chiesto Lega e Fratelli d’Italia, considerando la vicenda scommesse l'ultimo capitolo di una gestione della FIGC sportivamente a due facce (il trionfo di Euro 2020 contro i fallimenti mondiali ed olimpici delle donne e ancor più degli uomini) ed eticamente negativa, con il patteggiamento adesso elevato a sistema e la ludopatia diventata contagiosa. Un attacco a cui non ha partecipato il ministro per lo Sport, Abodi, con la difesa che è arrivata soprattutto da Malagò con la frase “La politica non occupi lo sport”, abbastanza ridicola considerando quanti politici hanno o hanno avuto ruoli di peso nelle federazioni. Rimanendo sul calcio, è chiaro che Gravina non si dimetterà per qualche dichiarazione politica e qualche calciatore-scommettitore superficiale e/o disonesto, ma come potrebbe resistere ad un’Italia fuori dagli Europei o anche soltanto costretta al playoff? Da ricordare che alcuni suoi predecessori si sono dimessi dopo un Mondiale andato male (Sordillo nel 1986, Abete nel 2014, Tavecchio per la mancata qualificazione 2018) e che gli altri hanno resistito ad un fallimento della nazionale maggiore, ma mai a due consecutivi. Da ricordare anche che Gravina è nella FIGC dal 1990, prima come consigliere per la Lega di C, poi come consigliere federale (nel 1998, un quarto di secolo fa…), capodelegazione dell’Under 21, presidente della LegaPro, fino alla presidenza della federazione commissariata conquistata nell’ottobre 2018, trovandosi già Mancini servito da altri.  

A proposito di Nazionale, perché sarebbe meglio arrivare secondi nel girone dietro agli inglesi invece che passare dai playoff? Intanto per risparmiarsi 4 mesi di assoluto terrore (i playoff si giocheranno a fine marzo), come è ovvio, visto che l’ultimo Europeo fallito risale al 1992 ed era un Europeo a cui si potevano qualificare soltanto in 7 squadre (la Svezia c’era di diritto), contro le 23 di Germania 2024. E poi perché le 3 qualificate tramite playoff saranno messe automaticamente in quarta fascia, al sorteggio dei gironi, con tutto ciò che ne consegue in termini di difficoltà. Ma ancora per un mese, come già detto, possiamo tenere in stand-by i discorsi sui giovani italiani il cui talento viene soffocato dagli schemi.

Nel calcio di oggi, con un maggior numero di espulsioni e di allenatori che preferiscono la concorrenza alle gerarchie chiare, si parla del secondo portiere molto di più rispetto a una volta. Il terzo però a volte non è conosciuto nemmeno dai tifosi del club… argomento tornato d’attualità prima di Milan-Juventus, visto Maignan è infortunato e Sportiello si è fatto male, quindi la porta rossonera sarà difesa da Antonio Mirante, 40 anni, che non gioca una partita da titolare da più di 2. Sul terzo portiere ci sono varie teorie e la più accreditata è che deve essere soprattutto un buon compagno dei primi due, senza avanzare pretese e possibilmente con un passato nel settore giovanile in modo da essere utile per la lista UEFA come giocatiore formato nel club. In questa categoria rientrano Pinsoglio (Juventus), Di Gennaro (Inter), Boer (Roma), Contini (Napoli) e Rossi (Atalanta), ma ad esempio non Mandas (Lazio) e nemmeno Mirante, che si è formato nella Juventus (oltre che nel Sorrento). Un caso particolare, fra le squadre di vertice, quello della Fiorentina che dietro a Terracciano e Christensen non ha di fatto un terzo portiere ed in emergenza dovrebbe promuovere Vannucchi o Martinelli, entrambi minorenni. Come si nota, senza offesa per alcuno, si va abbastanza al risparmio.

stefano@indiscreto.net

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