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Troppo Bellingham© Getty Images

Troppo Bellingham

La difesa di Spalletti, le avversarie nei playoff, Mourinho dopo Mancini, la mano leggera con Fagioli e i consigli di Tonali

Stefano Olivari

18.10.2023 ( Aggiornata il 18.10.2023 11:39 )

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La differenza fra Inghilterra e Italia è stata Bellingham, ma anche Vierchowod: il 3-1 preso a Wembley non è stato figlio di un’inferiorità tattica o tecnica generalizzata degli azzurri, ma di una serie di errori difensivi che ha trasformato in sconfitta una partita da dignitoso pareggio, con nessun azzurro brillante (nemmeno Scamacca, al di là del gol) ma tutti sul pezzo. Scalvini è comunque il futuro della difesa italiana, insieme a Bastoni (anche lui male nella mezzora giocata), Spalletti fa bene a credere in lui anche se le due formazioni titolari strutturalmente diverse fra Malta e Inghilterra, soltanto tre titolari (Donnarumma, Barella e Berardi) in comune, erano sembrate subito una cattiva idea.

Ma questo ormai è il passato, il futuro è una qualificazione europea a rischio: non c’è bisogno di calcoli, fra Macedonia (17 novembre a Roma) e Ucraina (il 20 a Leverkusen) l’Italia deve fare 4 punti per qualificarsi a Euro 2024 come seconda. Meglio ovviamente vincere all’Olimpico e avere a disposizione 2 risultati su 3 con l’Ucraina, senza pensare per il momento al peggio che sarebbe il playoff sul modello di quelli mondiali, in questo caso con le altre 3 squadre della Lega A della Nations League che non si saranno qualificate in maniera diretta. In altre parole gli azzurri potrebbero anche doversela vedere con l’Olanda, ma guardando le classifiche dei gironi e i calendari è realistico pensare a Ungheria, Svizzera e Polonia come avversarie. Comunque prima di rimettere il disco dei ragazzi che non giocano più nelle strade e vengono soffocati dalla tattica (parentesi: Belligham entrò nella Pre Academy del Birminghma City a 8 anni) aspettiamo almeno di essere eliminati.

Qualche settimana fa abbiamo scritto che Roberto Mancini si sarebbe già pentito della firma con l’Arabia Saudita: per il livello dei giocatori, comunque già conosciuto, per la tempistica della sue dimissioni da c.t. azzurro (ma è colpa sua), e per le pretese della federazione che ovviamente non gradisce lo smart working in Italia suo e di alcuni collaboratori. E ancora non erano arrivate le partite… Quella di ieri, contro il Mali, è stata la terza sconfitta in quattro amichevoli, in attesa di fare sul serio a novembre con 2 partite di qualificazione mondiale e a gennaio con la Coppa d’Asia. Dopo i suoi datori di lavoro tireranno le somme, alla luce anche di un Mourinho in uscita dalla Roma.

Nicolò Fagioli se l’è cavata con 7 mesi senza partite, anche se non senza calcio perché si potrà comunque allenare agli ordini di Allegri (una sua opinione sul tema scommesse sarebbe in ogni caso puro culto). Visto che si partiva da un minimo di 3 anni di squalifica gli è andata di superlusso e lo stesso schema sarà adottato da altri, visto che il patteggiamento e lo sconto per chi non è stato così stupido da scommettere sulla sua squadra permetteranno di limitare i danni a questa stagione. Quando ci sono di mezzo i calciatori le gente chiede il sangue, ma la linea di Gravina è l’unica possibile: non si possono rovinare carriere a ragazzi superficiali che però, fino a prova contraria (...), non hanno truccato partite. Di sicuro la mano leggera con Fagioli ed in futuro anche con altri rimasti sotto l’asticella dell’illecito sportivo dipende anche dal fatto che molti appartengano alla nostra meglio (e figuriamoci quella peggio) gioventù, non si può essere autolesionisti.

La confessione di Fagioli, pubblicata da Tuttosport, oltre ad aggravare la posizione di Tonali (sarebbe stato lui a consigliargli i siti di scommesse illegali, sempre secondo Fagioli) ha poi una drammaticità che va al di là del calcio, fra debiti di gioco (3 milioni di euro), problemi familiari e minacce fisiche di alcuni creditori. Tutto comunque ben studiato dagli avvocati, visto che anche i prestiti chiesti ai compagni (Dragusin e Gatti) a detta di Fagioli erano stati giustificati con l’acquisto di orologi e altre cose (nessuno che si sia chiesto come mai un giocatore della Juventus non avesse i soldi per comprare un orologio…). È chiaro che si sta andando verso squalifiche pilotate, a meno che, ribadiamo, non salti fuori un illecito sportivo (esempio concreto: nemmeno un Tonali che avesse puntato l'anno scorso sul Milan lo sarebbe, a meno che non abbia contrinuito ad alterare qualche situazione, anche minima, come ammonizioni e calci d'angolo) che davvero farebbe iniziare un altro campionato. Non che nel mitico ‘estero’ si usi la mano pesante, basti pensare agli 11 mesi di squalifica a Toney per 262 (!) scommesse proibite dalla FA o alle poche settimane per Trippier che addirittura aveva scommesso sul suo trasferimento dal Tottenham all’Atletico Madrid.

stefano@indiscreto.net

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