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Le dimissioni di Mancini da CT della nazionale Italiana© LAPRESSE

Le dimissioni di Mancini da CT della nazionale Italiana

Il commissario tecnico ha lasciato la panchina dell'Italia dopo cinque anni, il trionfo di Euro 2020 e la fallita qualificazione al Mondiale. Adesso per sostituirlo c'è bisogno di un peso massimo...

Stefano Olivari

13.08.2023 ( Aggiornata il 13.08.2023 15:38 )

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Tutto si può dire delle dimissioni di Roberto Mancini da commissario tecnico della Nazionale, tranne che fossero previste. Perché chi conosce Mancini sa benissimo quanto lui fosse ossessionato dall’andare al Mondiale 2026 e fare una bella figura, magari anche vincerlo. E di certo Gravina, che lo aveva confermato dopo la fallita qualificazione al Mondiale 2022, non lo ha mai messo in discussione, anzi pochi giorni fa lo aveva anche nominato coordinatore di Under 21 e Under 20 imponendogli il nome dell’allenatore dell’Under 21 (Mancini avrebbe voluto Evani e non la promozione federale di Nunziata) ma anche accettando il suo Lombardo all’Under 20 e comunque altre sue richieste a livello di staff (non Buffon).

Insomma, la posizione di Mancini sarebbe stata oggetto di dibattito soltanto dopo un eventuale cattivo autunno di qualificazioni europee. E allora perché? Può spiegarlo soltanto Mancini, con le parole o con le scelte che farà dopo i suoi 5 anni in azzurro. Certo saranno motivazioni valide, per un allenatore che non si è dimesso dopo la disfatta con la Macedonia e che nelle ultime due stagioni si era un po’ trascinato cambiando moduli e filosofia delle convocazioni più volte. Il momento per lasciare la Nazionale è infatti il peggiore possibile, con una qualificazione ad Euro 2024 ancora da conquistare: l'inizio è stato negativo, e fra meno di un mese bisogna affrontare Macedonia e Ucraina. Non Argentina e Francia, certo, ma sempre impegni difficili per un'Italia che si è un po' incartata fra rinnovamento anche provocatorio (il Pafundi della situazione) e gestione dell'esistente. 

Si chiude in ogni caso qui la gestione azzurra di uno dei 5 commissari tecnici che hanno alzato un trofeo importante, insieme a Pozzo, Valcareggi, Bearzot e Lippi. Perché, al di là di record dopati dal numero di partite e dalla qualità degli avversari, Euro 2020 rimane una impresa enorme, che il fallimento mondiale certo non cancella ma mette però in prospettiva. Mancini ha dovuto utilizzare giocatori di qualità più bassa rispetto ai suoi predecessori: una buona classe media, senza fare disfattismo, ma con pochissime alternative in difesa e nessuna in attacco, dove l’operazione Retegui è sembrata più un grido di allarme che un progetto. Rimane il fatto, visto che ormai dei Mancini azzurro si parla al passato, che per un’estate Mancini ci abbia fatto rivivere l’Italia delle notti magiche, da lui vissuta da riserva per scelta di Vicini, questa volta però alzando un trofeo: l’abbraccio di Wembley con Vialli vale tutto. Mancini lascia un ambiente positivo e, rapportato al resto del calcio, anche abbastanza pulito.

Chi sarà il successore di Mancini? La linea ‘giochista’ della FIGC, con Viscidi che senza un vero perché è sempre ascoltatissimo da Gravina, ha sempre apprezzato Spalletti, che si è stancato di riposare e non sta facendo alcun anno sabbatico: semplicemente non ne poteva più di De Laurentiis ed aveva facilmente intuito le sue mosse post-scudetto. Più da lacrime e sangue sarebbe il ritorno, a 7 anni da Euro 2016, di Antonio Conte: ha quasi subito considerato quella sua scelta un grave errore, tornerebbe di corsa e anche senza grandi pretese. Ma il vero rivale di Spalletti, parlando di allenatori top, è Carlo Ancelotti, che con il Brasile in realtà non ha ancora firmato: ha 64 anni, come Spalletti, ed un Mondiale guidando l’Italia sarebbe un gran finale per entrambi. Tutti gli altri nomi, conoscendo il pensiero di Gravina (lui vuole il c.t. con le spalle larghe e la carriera consolidata, non la scommessa alla De Rossi o alla Cannavaro, che peraltro finora non hanno brillato), partino molto, moltissimo dietro. Ma certo la decisione è imminente, visto che deve per forza esserlo.

stefano@indiscreto.net

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