Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Tutti gli uomini di Mancini© Getty Images

Tutti gli uomini di Mancini

I nuovi allenatori delle nazionali, la scelta di Lukaku, le scommesse sulla Serie A, il Lecco provvisorio e il veleno delle donne.

Stefano Olivari

04.08.2023 ( Aggiornata il 04.08.2023 17:02 )

  • Link copiato

Roberto Mancini sarà il supercommissario tecnico dell'Italia: di fatto già lo era, ma adesso è ufficiale che l'allenatore campione d'Europa 2020 (e non qualificato al Mondiale 2022) sarà il coordinatore della Nazionale A, quindi di se stesso, dell'Under 21 e dell'Under 20. Vice di Mancini diventerà Bollini, al cui posto nell'Under 19 andrà Bernardo Corradi. L'Under 21, salutato Nicolato, passa a Nunziata, mentre l'Under 20 che era di Nunziata va ad Attilio Lombardo. Tutte scelte di impronta manciniana (Bollini lo ha conosciuto alla Lazio, e sempre alla Lazio è nato il bel rapporto con Corradi, mentre con Lombardo alla Sampdoria ha vissuto gli anni migliori), tranne Nunziata che è scelta federale, quindi di Gravina-Viscidi. Si capisce quindi il dispiacere di Evani dei giorni scorsi, anche se rifiutare l'Italia femminile è stato un errore: fra l'altro fra i collaboratori di Mancini ci sono diverse nuove entrate, da Andrea Barzagli fino al match analyst, Roberto Gagliardi, che in passato ha collaborato sia cion Viscidi sia con Mancini (oltre che, in azzurro, con Donadoni e Prandelli, e con Pirlo alla Juventus). Impossibile ormai tenere il conto dei collaboratori di Mancini, un po' come accade con i giocatori. Considerazione boomer: cosa avrebbe pensato Enzo Berazot del macht analyst?

Perché Lukaku dovrebbe fare gli interessi di Inter, Juventus, Al-Hilal, Chelsea o di chiunque altro invece dei propri? In una carriera che oltretutto a 30 anni ha più stagioni dietro che davanti… Ecco, i tanti, troppi, appassionati al genere ‘Calciatore avido e traditore’ non riescono davvero mai a rispondere a questa domanda, per questa e per mille situazioni analoghe. Se Lukaku non fosse uno dei migliori attaccanti in circolazione sarebbe conteso da un dopolavoro e da una pizzeria, nessuno scriverebbe mai che i grandi club hanno tradito il belga non ingaggiandolo. Insomma, per un certo tipo di tifoso o di giornalista (perché è tifoso della squadra tradita o perché ha preso un buco) il calciatore tradisce, il club invece deve guardare ai bilanci e non può farsi guidare dai sentimenti. Il caso Lukaku-Juventus, cioè la combinazione che in questo momento sembra più probabile, ha poi creato un cortocircuito, perché gran parte dei tifosi bianconeri non vorrebbe lasciare un giocatore del livello di Lukaku ma di 7 anni più giovane, come Vlahovic. Curioso come a seconda della convenienza si spieghi che il tifoso ha sempre ragione o che il tifoso ha sempre torto.

Nel recente report della FIGC abbiamo trovato molto interessanti i dati sulle scommesse riferite al calcio in Italia: 13,2 miliardi di euro di raccolta nel 2022, parlando ovviamente soltanto di quella legale, il che in maniera grezza significa 6 volte tanto rispetto a 15 anni fa ed un incasso erariale di 342.4 milioni di euro. Di più: la vituperata Serie A maschile ha in un anno raccolto in Italia circa 2 miliardi di euro di gioco e nel mondo 36,6 miliardi. In altre parole, il calcio di vertice italiano è un’azienda in perdita, visto che nel 2022 l’indebitamento complessivo del settore professionistico ha toccato i 5,6 miliardi, e al tempo stesso un’azienda che vale tantissimo, con squadre che nel mondo interessano 18 volte più che in Italia. Situazione paradossale, visto che dalle tivù estere la Serie A ricava un quinto di quanto prende da quelle italiane. Ci sono giocatori incapaci ma anche dirigenti incapaci, e l'appassionato di calcio 2.0, quello che sventola i bilanci come se fossero Champions League, dovrebbe saperlo bene.

Lecco riammesso nella Serie B conquistata sul campo, Reggina ancora fuori con ‘fuori’ che potrebbe significare un’altra scomparsa totale, Brescia dentro. Il penultimo grado di giudizio, cioè il TAR, ha detto questo e non c’è niente da aggiungere su vicende stranote: sono sentenze politiche sia quando dicono bene (bene a seconda delle logiche editoriali) sia quando dicono male. In questi casi sia la Lega di B sia la FIGC, che quindi hanno vinto al 50%, hanno spinto per Lecco e Reggina: perché il club lombardo non aveva grandi colpe nel mancato rispetto dei termini per la scelta dello stadio ‘provvisorio’, anche senza il ritardo del prefetto di Padova, e perché quello calabrese aveva avuto l’omologa del tribunale e la linea di Gravina, di Balata e di tutti quelli che vogliono che si giochi è che questo atto non sia impugnabile riaprendo tutte le partite riguardanti società che hanno ristrutturato il loro debito. Domanda calcistica: ma tutte le squadre coinvolte in base a cosa stanno facendo il loro mercato? Come fa un giocatore a legarsi ad un club che un giorno è in serie B e l'altro nemmeno in C?

Le ragazze italiane in un certo senso hanno vinto il loro Mondiale, visto che si sta parlando del fallimento azzurro (fallimento soltanto sportivo, mentre quello di Brasile e Germania è stato galattico) come se fosse quello della Nazionale maschile. Insomma, al netto della retorica sul calcio femminile (ed il professionismo basato sul quasi niente ne è un sottoprodotto) questo mondo interessa sempre di più il pubblico generalista e nel 2023, questa la cosa più bella, pochi genitori italiani trovano strano che una loro figlia voglia giocare a calcio. Detto questo, il comunicato firmato ‘Le giocatrici della Nazionale’ è ridicolo e anche un po’ vile: danno le colpe alla Bertolini, peraltro in maniera non diretta, che in ogni caso sarebbe stata sostituita, e se la prendono con la “poca fiducia” che sentivano intorno a loro, simboleggiata dall’assenza al Mondiale di dirigenti federali di primo piano. Come se il suicidio con il Sudafrica fosse dipeso dall'assenza di discorsi motivazionali da parte di Gravina, tipo Al Pacino in Ogni maledetta domenica. Interessante, e politicamente molto scorretto, il tema del commissario tecnico: le donne allenatrici di primo piano sono pochissime, non si va al di là di Patrizia Panico e Rita Guarino, e fra gli uomini hanno rifiutato, fra gli altri, Evani, Nicolato, Stramaccioni, Lombardo, Di Biagio… non esattamente Guardiola o Mourinho. C'è bisogno di un nome che segni una rottura, che rappresenti un grido di battaglia: non vogliamo dire Antonio Conte ma siamo quasi in quella zona. 

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi