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Una vita con Buffon© LAPRESSE

Una vita con Buffon

L'addio di un fuoriclasse e il fallimento di un'altra Italia

Stefano Olivari

02.08.2023 17:50

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Gigi Buffon saluta il Parma e il calcio giocato: fuori tempo massimo se guardiamo ai suoi 45 anni e mezzo, ma secondo noi invece nel momento giusto perché Buffon ha avuto abbastanza esperienze disastrose fuori dal campo per rendersi conto di quanto sia meglio, senza compromessi, giocarsi la vita fra i pali invece che in un consiglio di amministrazione o in una trattativa ad un tavolo pieno di furbi. Commovente il video di commiato visto sul suo profilo Instagram: “Finisce qua. Ti ho dato tutto. Mi hai dato tutto. Abbiamo vinto insieme”. Una decisione presa non a caso in questo periodo di rimescolamenti per la Nazionale, dove potrebbe assumere il ruolo di capo delegazione, quella che era la carica di Vialli anche se il rapporto di Buffon con Mancini è ovviamente diverso. Un ruolo pseudo-dirigenziale dai contorni vaghi, molto legato alla personalità di chi lo occupa e comunque differente da quello di team manager, ora di Oriali ed in passato di Gigi Riva, che è più a contatto con i giocatori e probabilmente anche più adatto a Buffon. Certo 28 anni nel calcio professionistico, avendo esordito in una Serie A in cui potevano scendere in campo solo tre stranieri (19 novembre 1995, la sentenza Bosman sarebbe arrivata poche settimane dopo), significano che ci sono appassionati di calcio, già padri e madri di famiglia, per i quali Buffon è sempre esistito ed è per questo che facciamo molta fatica a considerarlo un personaggio del passato.

Del passato della Nazionale femminile fa ormai parte Milena Bertolini, dopo la brutta uscita di scena al Mondiale: il massacro subìto contro la Svezia aveva un senso tecnico, la sconfitta contro il Sudafrica moltissimo meno. Detto che chi sta fuori dal Mondiale, come capitato negli ultimi due giri ai maschi, ha fallito molto di più rispetto a chi al Mondiale si è presentato, va detto che anche questa Italia parzialmente rinnovata (ma lasciar fuori talenti come la Dragoni e la Beccari era impossibile) è stata tradita dalle veterane e ha replicato il fallimento dell’Europeo dello scorso anno. Quindi è fuori da quegli ottavi di finale che sarebbero stati l’obbiettivo realistico, anche se nemmeno un’impresa contro l’Olanda avrebbe salvato la panchina della Bertolini. Da mesi l’idea di Gravina, che ovviamente non si dimetterà nemmeno a questo giro (non vorrà trattare le donne diversamente dagli uomini…), sembra quella del commissario tecnico di sesso maschile, ma alcuni rifiuti (Evani, per dirne uno) dicono che non sarà facile trovarne uno di prima fascia. Poi i risultati della Nazionale non devono far dimenticare che il movimento è in crescita e che un pubblico interessante comincia ad esserci: i 40.000 di Roma-Barcellona erano persone reali, non figuranti. Il calcio italiano non è scomparso dopo le mancate qualificazioni a Russia 2018 e Qatar 2022, a maggior ragione non scomparirà adesso: però quello di Wellington è stato un fallimento sportivo anche in rapporto alle già modeste ambizioni.

stefano@indiscreto.net

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