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Allegri come Conte 2011© Juventus FC via Getty Images

Allegri come Conte 2011

La Fiorentina ha preso il posto della Juventus in Conference League, per decisione dell'UEFA, ma per la squadra bianconera forse non è una cattiva notizia. Ed il confronto è scontato...

Stefano Olivari

31.07.2023 ( Aggiornata il 31.07.2023 12:58 )

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La Fiorentina torna nella Conference League, la Juventus ne esce. La decisione della UEFA, scontata dopo la squalifica dei bianconeri per un anno, è adesso diventata ufficiale. Tutti contenti, quindi. Il club di Commisso che si gioca un'Europa adeguata alle sue ambizioni, in una competizione in cui la scorsa stagione è arrivata in finale, quello di Elkann perché evita un torneino che nella storia della Juventus sarebbe comunque valso zero e soprattutto chiude le sue pendenze con la UEFA sacrificando una sola stagione, oltretutto nemmeno in Champions.

Il prezzo? I 10 milioni di multa più i mancati introiti della Conference: arrivando fino in fondo, come ha fatto la squadra di Italiano e come aveva fatto l'anno prima la Roma di Mourinho (con vittoria firmata da Zaniolo, sembra un'altra era geologica), da questa coppa di puri premi UEFA e ripartizione dei diritti tv una squadra italiana incassa sui 20 milioni di euro, da sommare agli introiti da stadio: tutto compreso la sentenza della Camera di controllo costerà quindi alla Juventus 10 milioni di euro reali e 40 potenziali.

Da ricordare che il club bianconero non ha pagato soltanto le violazioni già sanzionate, sia pura a tarallucci e vino, dalla FIGC, ma anche irregolarità a livello UEFA come la violazione del fair play finanziario e del settlement agreement. Anche in questo caso un megapatteggiamento, provato dal fatto che non si ricorrerà in appello. Da ricordare che si tratta della sanzione più grave, dal punto di vista finanziario, nella storia del fair play finanziario: nemmeno i megatrucchi, diciamo mega per le proporzioni finanziarie, di Manchester City e Paris Saint-Germain (il finto prestito di Mbappé rimane una pietra miliare del magheggio calcistico) erano stati puniti così severamente.

Perché dal punto di vista storico la Conference League rappresenta zero per la Juventus, e non solo per la Juventus, ma un anno senza mettere punti per il ranking UEFA per club potrebbe significare stare fuori dal primo vero Mondiale per club, quello che partirà nel 2025 e che per l'Europa vedrà in campo le ultime 4 vincitrici della Champions League e le migliori 8 per ranking (massimo 2 per nazione). Mentre stiamo scrivendo queste righe la Juventus sarebbe decima, di poco dietro all'Inter e a pari merito con la Roma, ma dopo un anno a zero punti scivolerà indietro e sarà realisticamente agganciata dal Napoli.

Discorsi prematuri, mentre è molto concreto quello dello scudetto, in una Serie A 2023-24 piena di squadre medie e dove tutti i primi 7 con due mosse giuste, magari anche soltanto una, potrebbero diventare il Napoli della scorsa stagione. Una situazione che ricorda quella del 2011, quando la Juventus si trovò fuori dalle coppe dopo l'annata in cui la squadra allenata da Delneri ma già con al comando Agnelli, Marotta e Paratici era arrivata settima. Dal Siena neopromosso fu preso Antonio Conte, dal Milan un Pirlo a fine contratto, poi Vidal, Lichsteiner, Vucinic, eccetera, ed il resto lo ricordano tutti: a partire da Buffon-Barzagli (arrivato qualche mese prima)-Bonucci-Chiellini una Juventus compatta e in missione, ma tutt'altro che operaia visto che fra i titolari i presunti operai erano Giaccherini e Matri, gente che ha giocato in Nazionale, e che i rincalzi erano Quagliarella al top, un Pepe all'epoca azzurro di Prandelli e l'ultimo Del Piero. Insomma, squadra forte, dirigenti in stato di grazia e allenatore in grande ascesa. E a questo giro? Allegri è tutto tranne che in ascesa ma può senz'altro vincere: si trova però contro una concorrenza più numerosa rispetto a quella che affrontò il Conte 2011, in pratica soltanto il Milan alla sua ultima grande stagione berlusconiana. Il Milan di Allegri.

stefano@indiscreto.net

 

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