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La Sampdoria di Pirlo

La Sampdoria di Pirlo

Un allenatore al terzo tentativo, l'ultima Champions dei gironi, la B di Lecco e Reggina, il Cannes dei Friedkin e la difesa contro l'Arabia Saudita. 

Stefano Olivari

27.06.2023 ( Aggiornata il 27.06.2023 12:05 )

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Andrea Pirlo è il nuovo allenatore della Sampdoria, dopo che il club ora controllato da Radrizzani aveva ricevuto il no di Grosso, in attesa di proposte in Serie A. Per il campione del mondo 2006, definizione valida comunque anche per Grosso, una giusta ripartenza dalla B, da giovane ma non giovanissimo (ha 44 anni), e dopo inizi in panchina che hanno fatto gridare al predestinato chi sovrappone l’immagine del campione a quella dell’allenatore ma che sono stati così così sia alla Juventus post Sarri sia al Fatih Karamguruk. Certo è che la sua immagine è ancora fortissima, se a Genova non farà danni potrebbe anche in prospettiva sognare il Milan.

Con il primo turno preliminare parte oggi l’ultima Champions League con i gironi (ovviamente da settembre), visto che dal 2024 sarà un campionato unico a 36 squadre in luogo delle attuali 32 e con 8 partite assicurate, contro 8 avversarie diverse (quindi partite di sola andata) al posto delle attuali 6. Due terzi delle partecipanti andrà ai playoff, visto che le classificate dal nono al ventiquattresimo posto faranno uno spareggio per raggiungere le prime 8 agli ottavi di finale. Tutto discutibile, visto che la classifica sarà generata da partite contro avversarie diverse, ma una direzione chiara: un vero campionato europeo. Vietato chiamarlo Superlega, ma siamo lì.

Il Consiglio Federale, che sarà seguito gli altri gradi di giudizio, deciderà il 7 luglio sul futuro in Serie B del neopromosso Lecco e della Reggina: quello dei lombardi legato alla capienza dello stadio, di 503 unità inferiore ai 5.500 del minimo per la B, quello dei calabresi all’ennesimo pasticcio amministrativo. Situazioni irregolari, certo, ma il recente ‘tarallucci e vino’ sulla seconda parte della vicenda Juventus dovrebbe lavorare a favore di Lecco e Reggina. L'asticella si è un po' abbassata, inutile negarlo, soprattutto la Reggina potrebbe beneficiarne mentre il Lecco ha decisamente meno santi in Paradiso e meno gente da portare in piazza. Vicenda seguita con interesse da Brescia e Perugia, con possibili controricorsi: oggi come oggi una Serie B a 21 o 22 squadre non sembra fantacalcio.

Un marziano atterrato oggi sulla Terra si chiederebbe che cosa importa ai Friedkin, avendo già la Roma, con tutte le sue prospettive italiane ed europee, di investire in un club di quarta divisione francese come il Cannes. Risposta: niente di calcistico, soltanto progetti immobiliari. Ovviamente Ryan Friedkin non è cresciuto con il mito di Zidane, ma nemmeno con quello di Totti. 

Chiudiamo con una considerazione generale, invece che metterci a fare l’elenco di calciatori e allenatori, non tutti bolliti, ingaggiati a cifre che in Europa si potevano ormai sognare. Adesso che gli arabi stanno mettendo soldi pesanti nel calcio europeo, comprando giocatori ma anche squadre, ci si è accorti della follia di un modello di business in cui l’enfasi è soltanto sui ricavi, senza alcuna limitazione delle spese. Il punto non è raggiungere la mitologica Premier League, perché anche la Premier League stessa non ha armi finanziarie contro chi può spendere il doppio o il triplo senza l’obbligo di far tornare i conti. Si torna a vecchi discorsi e cioè che nessun tifoso del Flamengo, e forse nemmeno lo stesso campione, era felice di vedere Zico con la maglia dell’Udinese. A livello FIFA serve agire dal lato delle spese, con un tetto ufficiale agli ingaggi netti, magari centralizzando i pagamenti. È ovvio poi che ci sarebbero pagamenti in nero, ma ci sono anche adesso e non soltanto in Arabia Saudita. Non si farà niente, questa la facile previsione, perché il soft power non agisce soltanto sui tifosi ma anche sui media. Alla fine l’unica difesa della vecchia Europa sarà che al di fuori dell’Arabia nessuna persona sana di mente sarà interessata al campionato arabo, nemmeno se per giocarci uscissero dalla tomba Pelé e Maradona.

stefano@indiscreto.net

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