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Il Mondiale di Casadei

Il Mondiale di Casadei

Il secondo posto di Nunziata, le Olimpiadi di Gnonto, il Monza dopo Berlusconi e la scelta di De Laurentiis. 

Stefano Olivari

14.06.2023 ( Aggiornata il 14.06.2023 09:20 )

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La sconfitta con l’Uruguay nella finale nel Mondiale Under 20, miglior risultato di sempre in una competizione dove non sempre l’Italia ha mandato i migliori possibili, si presta perfettamente alla retorica sui giovani che non giocano subito ad alto livello. Perché fra gli azzurri di Nunziata soltanto Baldanzi può essere considerato un giocatore di Serie A e fra gli altri solo quattro (Pafundi compreso) hanno qualche minuto nel nostro massimo campionato. Quanto a Casadei, incredibile (vista la posizione in campo) capocannoniere del torneo, a 19 anni non giocava in A con l’Inter e a 20 non gioca in Premier League con il Chelsea, che infatti a fine gennaio lo ha prestato al Reading. Forse bisogna accettare la realtà che gli italiani maturino qualche anno più tardi di brasiliani, uruguayani, francesi, eccetera, buttati in campo prima anche per venderli meglio. Di certo non si può chiedere coraggio ad allenatori sull’orlo dell’esonero, che giustamente pensano al loro presente, soltanto perché a noi personalmente piace vedere in campo italiani giovani. 

A proposito di giovani, quante possibilità ha Nicolato di qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi? Qualcuna in più rispetto a ieri, dopo che Mancini ha liberato anche Gnonto, oltre a Tonali e Scalvini, per l’Europeo Under 21 che per l’Italia inizierà il 22 giugno contro la Francia, che sulla carta, guardando le rose, è la squadra più completa e profonda del torneo insieme all’Inghilterra. Per qualificarsi ai Giochi bisogna arrivare almeno terzi, molto semplice. Meno semplice è arrivare nelle prime due di un girone con Francia, Svizzera e Norvegia, per poi avere un quarto di finale probabilmente contro la Spagna ed una eventuale semifinale trovando di nuovo la Francia. Da ricordare che l’Italia del calcio non va alle Olimpiadi da Pechino 2008, quando la squadra di Casiraghi arrivò nei quarti, così come che la qualificazione olimpica è molto più difficile di quella mondiale. Mancare Parigi 2024 non sarebbe in assoluto un fallimento, poi bisogna sempre guardare anche il come. 

La morte di Berlusconi ha oscurato tutto quanto è avvenuto negli ultimi giorni, a maggior ragione nel calcio. Per questo non è fuori luogo chiedersi cosa sarà dal Monza, da lui preso nel 2018 un anno dopo il suo addio (almeno quello ufficiale) al Milan e portato insieme a Galliani dalla Serie C al centroclassifica della Serie A spendendo quasi 200 milioni di euro fra aumenti di capitale ed altri tipi di finanziamento: una cifra mostruosa in rapporto sia alla concorrenza sia al pubblico. Perché il Monza con 12.413 spettatori a partita ha triplicato i numeri che aveva in serie B, ma il sospetto è che questo sia avvenuto grazie agli avversari in trasferta più che brianzoli che hanno abbandonato Juventus, Inter e Milan: rimane in ogni caso il quartultimo pubblico in Serie A e peggio hanno fatto soltanto due retrocesse, Spezia e Cremonese, oltre all’Empoli le cui imprese non fanno notizia ma rimangono miracoli. Il Corriere dello Sport ha rivelato che lo stesso Berlusconi aveva avviato le trattative per la cessione a Evangelos Marinakis, cioè al proprietario di Olympiacos e Nottingham Forest: certo è che il Monza non era di Berlusconi personalmente ma della Fininvest, mentre ancora più certo è che gli eredi che già storcevano il naso per il Milan si libereranno del Monza. Uno scenario che non necessariamente va contro la permanenza di Adriano Galliani al timone, anzi, ma tutto è diventato incerto ed è per questo che ancora non si è perfezionato l’altro grande ritorno, quello di Ariedo Braida. Bisogna comunque ribadire che il Monza è arrivato fin qui non per miracolo o per grandi capacità manageriali, ma perché ha speso molto di più di chi adesso gli sta sotto.

I tifosi del Cagliari si ricorderanno a lungo il gol di Pavoletti su cross di Zappa che all’ultimo secondo ha dato ai rossoblu la vittoria sul campo del Bari e il ritorno in Serie A, così come nessuno si scorderà la sportività quasi eversiva di Ranieri che ha invitato i suoi tifosi a festeggiare senza urlare slogan contro gli avversari. È stata una partita vera, comunque giocata meglio dal Cagliari, mentre con altre modalità avremmo, bisogna ammetterlo, scritto del Palazzo che voleva evitare a Bari un altro caso Lotito-Salernitana. Il problema per i De Laurentiis potrebbe proporsi nel 2024, ma un anno è lungo. Senza contare che fra prestiti e situazioni contrattuali varie più di mezza squadra sarà da rifare. In ogni caso, anche con Napoli e Bari sempre in categorie diverse, De Laurentiis dovrà scegliere entro il 2028: se fossero veri i 2,5 miliardi a suo dire offerti per il Napoli avrebbe già scelto.

stefano@indiscreto.net

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