Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

L'immagine di Pirlo© LAPRESSE

L'immagine di Pirlo

Gli allenatori improvvisati, gli ultras a Istanbul, la Lazio senza Milinkovic-Savic e il gol di Kouan.

Stefano Olivari

26.05.2023 ( Aggiornata il 26.05.2023 16:05 )

  • Link copiato

L’esonero-risoluzione di Andrea Pirlo dalla guida del Karamguruk rimette in circolazione per il mercato italiano un allenatore che gode ancora del bonus della sua immagine di grande campione, nonostante gli inizi in panchina siano stati negativi. Pirlo è il tecnico con cui la Juventus ha interrotto il suo dominio in Serie A dopo 9 scudetti consecutivi (3 Conte, 5 Allegri e uno Sarri) e dopo un anno di inattività non è che abbia brillato sulla panchina del club turco che era da centroclassifica e che da centroclassifica è rimasto. Insomma, il Pirlo allenatore non è ancora iniziato ma la sua storia è comunque istruttiva. Unico caso nella storia moderna della Serie A, insieme a Seedorf con il Milan ma in un contesto di livello più basso, di allenatore senza esperienza precedente nemmeno in un campionato aziendale, Pirlo ha dimostrato che allenare un club professionistico non è facile come sembra al bar. Anche per uno come lui che il calcio lo conosce senz’altro meglio di quelli del bar o dei giornalisti che esaltavano il suo ‘calcio liquido’ senza avere ben capito di cosa si trattasse. Insomma, allenare è difficile e nel 2023, con la richiesta di enormi capacità manageriali e di comunicazione, ancora di più. Al di là della demagogia, ancora oggi gli allenatori bravi sono pagati troppo poco in proporzione a quanto prende il venticinquesimo della rosa.

A una settimana dal derby milanese di Champions gli ultras continuano a fare notizia, dopo il grottesco caso Dimarco, con il giocatore dell’Inter costretto dalla curva dell’Inter a scusarsi con la curva del Milan per cori che gli stessi ultras nerazzurri avevano cantato fino a poche settimane prima: una vicenda che dice molto su certi processi di aggregazione e di scomparsa di gruppi storici un po’ in tutte le principali tifoserie d’Italia. Insomma, non occorre fantasia per vedere una sorta di regia unica per mettere le mani su attività commerciali legate allo stadio. Adesso è il turno dei biglietti per Istanbul, con il club che intende (almeno a parole) mettere gli ultras sullo stesso piano, come probabilità di aggiudicarsi il tagliando, degli abbonati normali. Un duro colpo per chi pensava di avere più diritti di altri e soprattutto per chi aveva già in mente di fare da rivenditore con ricarichi del 500%. Ma il caso specifico è meno interessante della domanda di fondo: chi sono i veri tifosi di una squadra? Non è una domanda retorica, perché la maggioranza dei calciatori ritiene (anche per non farsi rigare la macchina, o peggio) che siano gli ultras, mentre la quasi totalità dei tifosi normali invece no.

Lazio-Cremonese sarà l’ultima partita di Sergej Milinkovic-Savic di fronte al suo pubblico, dopo 8 anni da protagonista? È probabile, visto che il contratto scade l’anno prossimo e Lotito non ha intenzione di perderlo a zero anche se poi, per altri club, ti spiegano che è una strategia geniale, che il tal dirigente non si è fatto ricattare, che il giocatore è avido, eccetera. Classico caso di calciatore che non è stato ceduto al momento giusto, visto che qualche anno fa dalla Premier League arrivavano per il serbo offerte non lontane da quota 100 milioni e adesso alla Lazio andrebbe di lusso incassarne 25 per un ventottenne integro, centrocampista con caratteristiche fisiche e tecniche quasi uniche e amato da molti allenatori (non da Sarri, a sensazione, ricambiato). Però noi ci ostiniamo a parlare di calcio e ci poniamo questa domanda: cosa deve pensare un tifoso della Lazio se la sua bandiera vuole andarsene senza avere alcuna offerta pronta? Per una squadra che voglia vincere più della Coppa Italia il tetto di cristallo esiste, oggi più di ieri, ed i giocatori lo capiscono meglio di altri addetti ai lavori

Chiné sta indagando su Perugia-Benevento, ma in mancanza di altri riscontri dubitiamo che la giustizia sportiva possa sanzionare qualcosa soltanto sulla base dell’assurdo modo con cui il Benevento ha regalato il gol della vittoria a Kouan (per favore, guardatelo e riguardatelo), comunque inutile perché il Perugia è retrocesso lo stesso in C vista la rimonta del Brescia a Palermo, altra partita per palati fini e difficile da spiegare con la logica, soprattutto pensando alla melina finale, visto che il Palermo avrebbe potuto ancora agganciare un posto nei playoff. Contrariamente a quello che si pensa, non basta aumentare le situazioni dopo la stagione regolare, playoff o playout che siano, per sradicare una mentalità. Gli interrogatori del procuratore federale saranno comunque interessanti, almeno in chiave umoristica.

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi