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Il successore di Spalletti© LAPRESSE

Il successore di Spalletti

Allenare il Napoli 2023-24 sarebbe un lavoro difficilissimo per chiunque. Anche per l'allenatore attuale, consapevole che nel calcio i bonus scadono subito...

Stefano Olivari

24.05.2023 ( Aggiornata il 24.05.2023 11:08 )

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In attesa dell’annuncio di De Laurentiis, di Spalletti, o di entrambi, e del nome del nuovo allenatore del Napoli, ci si può già porre una domanda: si è mai visto un allenatore campione d’Italia che subito dopo lo scudetto si separa dalla squadra che con tanta fatica ha portato al massimo traguardo nazionale? Molti si stupiscono di questo divorzio, ma con motivazioni diverse è esattamente ciò che è avvenuto fra Conte e l’Inter nel 2021, fra Sarri e la Juventus nel 2020, fra Allegri e la stessa Juventus nel 2019, fra Conte e ancora la Juventus di Andrea Agnelli, fra Mourinho e l’Inter nel 2010, fra Mancini e l’Inter nel 2008. Insomma degli ultimi 9 allenatori campioni d’Italia ben 7 hanno lasciato il club campione dopo lo scudetto, magari non il primo scudetto ma comunque sempre il traguardo più importante in patria. Uniche eccezioni al Milan, con l’Allegri 2011 e Pioli l’anno scorso, allenatori comunque messi in discussione già pochi mesi dopo un trionfo in entrambi i casi non scontato.

Insomma, il successo logora soprattutto chi non ce l’ha, come ricordava giustamente Andreotti, ma anche chi ce l’ha. E questa separazione non proprio amichevole fra Spalletti e il Napoli è tutto tranne che una storia assurda. Questo caso però ha una peculiarità evidente: il Napoli lo scudetto non lo vince quasi mai, diversamente da Juventus, Inter e Milan, quindi in teoria il condottiero dovrebbe godere di un bonus illimitato, per la vittoria e per il modo con cui è stata ottenuta, chiudendo i discorsi già a febbraio. Ma Spalletti, forse anche memore degli insulti dopo l'aprile 2022, sa che nel calcio si gira pagina. Diversamente Ranieri allenerebbe ancora il Leicester City, che invece lo esonerò a metà della stagione successiva alla vittoria in Premier League, con quella squadra mediocre negli ottavi di Champions League. 

Per questo trovare un sostituto di Spalletti è difficilissimo, senza togliere nulla a Luis Enrique, Benitez, Gasperini, De Zerbi, eccetera. Dopo una stagione così chiunque, anche un misto di Happel, Michels, Guardiola e Mourinho, farebbe la figura dell’incapace. Il Napoli 2023-24 sarà peggio del Napoli attuale, anche non cedendo l’Osimhen della situazione, perché non avrà più tutti i giocatori chiave, da Kvaratskhelia ad Anguissa, da Kim a Lobotka, in quel particolare momento della carriera in cui si è forti come le stelle ma delle stelle non si hanno ancora status, ingaggi e atteggiamenti.

Non sarebbe lo stesso Napoli nemmeno con Spalletti in panchina entusiasta (cosa che non è per carattere, in alcun caso) e lui è il primo a saperlo, al di là di stupidaggini come il rinnovo via PEC che in questo quadro diventano questioni di vita o di morte. Non è che a 64 anni Spalletti abbia bisogno di anni sabbatici, visto che dal 2019 al 2021 era stato fermo pagato dall’Inter, ma l’età aiuta a capire quando è il momento giusto di fare le cose e soprattutto di non farle. Soprattutto con un presidente con cui nell'ultimo anno ha parlato in poche occasioni e sempre in maniera formale-professionale, senza intesa. Poi si può anche vendere la narrazione di De Laurentiis cattivo-Spalletti buono, ma le cose non stanno proprio così. 

stefano@indiscreto.net

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