Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Le ultime due di Allegri© Getty Images

Le ultime due di Allegri

Il meno 10 della Juventus, la squalifica UEFA, le occasioni di Belotti e quelle di Casadei.

Stefano Olivari

23.05.2023 ( Aggiornata il 23.05.2023 11:02 )

  • Link copiato

Dopo il meno 10 punti inflitto dalla Corte d’Appello della FIGC la Juventus si è penalizzata da sola, crollando contro un Empoli già salvo e tranquillo. In questo gioco dell’oca politico, finanziario, giudiziario e sportivo, il club bianconero è tornato indietro di 10 caselle e adesso vede quasi impossibile il quarto posto da Champions, visto che il Milan è 5 punti sopra a 2 giornate dalla fine. Alla fine la CAF aveva offerto un’opportunità quasi insperata di qualificarsi sul campo, per quanto questa espressione sia diventata priva di senso: bastava battere un Empoli demotivato e poi il Milan nello scontro diretto di domenica sera allo Stadium. Invece al massimo i bianconeri potranno arrivare all’Europa League, in un delirio di asterischi: il più importante di tutti è che in ogni caso la UEFA squalificherebbe (e squalificherà) una squadra condannata in patria. In concreto anche battendo l’Empoli la squadra di Allegri non avrebbe cambiato il finale di questa sua disgraziata stagione, amaro centenario della proprietà Agnelli.

Dire che le ultime due partite di campionato, forse anche le ultime due di Allegri su questa panchina, contro Milan e Udinese, contino zero è però sbagliato. La qualificazione almeno alla Conference League, a maggior ragione all’Europa League, consentirebbe alla nuova dirigenza della Juventus di presentarsi a Nyon con qualcosa da perdere e quindi da utilizzare per l’anno, ottimistico, di Purgatorio. Va da sé che una UEFA che ha chiuso entrambi gli occhi sulle furbate del PSG (la vetta toccata con il finto prestito di Mbappé) e di tanti altri è ancora meno credibile della FIGC nel comminare queste pene etiche. C’entra la Superlega? Questo proprio no: dopo quel tentativo di golpe il Real Madrid ha vinto una Champions e avrebbe potuto rivincerla quest’anno, mentre un Barcellona tecnicamente fallito è stato tenuto in Europa. E poi Andrea Agnelli non c’è più.   

Fuori dalla Champions totalmente sul campo invece la Roma, dopo il pareggio casalingo con una Salernitana di Paulo Sousa motivata dal derby portoghese delle panchine e dalla solita gazzarra a bordo campo scatenata dai collaboratori di Mourinho, con lo Special One invece più tranquillo ed in modalità sorrisetto amaro. Già da tempo era convinto che la Champions della Roma sarebbe dovuta passare dalla vittoria in Europa League, un pensiero arrivato alla Roma A ed a maggior ragione alla Roma B. Certo poi bisognerà tifare Guardiola contro l’Inter, ma nella vita c’è di peggio. Altra certezza è che la Roma con attaccanti centrali decenti sarebbe già in Champions fischiettando: Abraham in stagione ha segnato un gol ogni 342 minuti, cioè circa ogni 4 partite, Belotti uno ogni 5. Ma le statistiche non spiegano pienamente il nervosismo generato dalle tante occasioni sbagliate, perché a dispetto dei luoghi comuni su Mourinho la Roma di occasioni ne crea ed anche tante: la differenza fra expected goal a favore e concessi la mette dietro soltanto a Napoli e Inter, ma molto sopra a Milan, Atalanta e Juventus. Moltissimo rispetto alla Lazio che in Champions c’è già. 

Cesare Casadei avrebbe potuto giocare nell’Inter di Simone Inzaghi? Domanda d’obbligo dopo la mostruosa prestazione che ha trascinato l’Under 20 italiana alla vittoria contro il Brasile nella prima partita del Mondiale. La risposta è un grosso no, visto che il Chelsea non lo ha ritenuto pronto e lo ha prestato al Reading, cioè la peggior squadra del Championship. Un po’ come se l’Inter se lo fosse tenuto per prestarlo poi al Benevento, al di là del fatto che Inzaghi sia insensibile alla retorica sui giovani e quindi non avrebbe considerato neppure un Casadei pronto. Questo non toglie che con quel fisico e quella personalità Casadei diventerà di sicuro un giocatore da Premier League e da Nazionale maggiore, quindi anche da Inter. È stato ceduto per motivi finanziari da un club che aveva ed ha l’acqua alla gola e che puntava all’instant team (in questa logica meglio Mkhitarian, per quanto diverso come caratteristiche), ma questo non toglie che Casadei avrebbe potuto affermarsi anche in Italia, con un percorso simile ai vari Miretti e Fagioli. Anche per questo in molti club (non l'Inter) c'è un certo interesse per il discorso Next Gen.

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi