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Bobo Gori il falso nueve

Bobo Gori il falso nueve

Il partner ideale di Riva, l'eternità di Ceferin, le nuove vecchie plusvalenze e il disastro DAZN-TIM-SKY.

Stefano Olivari

06.04.2023 11:54

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Addio a Bobo Gori, uno dei giocatori più rappresentativi del Cagliari dello scudetto, squadra tutt’altro che miracolosa: finanziata in maniera poco occulta da Moratti e Rovelli, che avevano grossi interessi industriali in Sardegna, e spintissima dalla politica che aveva bisogno della narrazione di una Sardegna ‘italiana’ (cosa oggi scontata, nel 1970 un po’ meno), quella squadra era piena di campioni ed uno di questi era proprio Gori. Non a caso uno dei giocatori della squadra di Scopigno ad essere convocati da Valcareggi per il Mondiale ’70 insieme ad Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini e ovviamente Gigi Riva. Che in coppia con Gori diede il massimo (non in azzurro) visto che il modo di giocare del ragazzo milanese, cresciuto nel settore giovanile della Grande Inter, era in tutto e per tutto da centravanti arretrato, bravissimo a creare spazio al compagno più potente, veloce e bravo. Insomma, una sorta di falso nueve (di gol ne segnava pochi, anche tenendo conto delle difese dell'epoca) ma senza tirarsela: fra l'altro nemmeno il primo della storia, pensando ai tanti imitatori di Hidegkuti. Uno dei pochi calciatori di alto livello capaci di uscire dal calcio con dignità e di fare un altro lavoro, che poi era quello del padre, ristoratore con il suo storico Le Colline Pistoiesi a Milano.

Cosa significa per l’Italia la scontata rielezione di Aleksander Ceferin a presidente della UEFA? Le federazioni sportive, non soltanto da noi, sono tutto tranne che un modello di democrazia: inutile osservare che lo sloveno, in carica dal 2016 (e a questo punto fino al 2027), era l’unico candidato quando questo schema è quasi la regola. L’Italia, che ha sempre cavalcato Ceferin fin dai tempi di Tavecchio, ha guadagnato la vicepresidenza UEFA con Gravina e quindi politicamente non è messa male: più che favori arbitrali l’obbiettivo è comunque Euro 2032, con i nuovi stadi fatti pagare a Pantalone e non ai club. Ma il primo fronte italiano sarà la decisione sull’esclusione dalla Juventus dalle coppe: la presenza di Gravina ed il tentativo del club di smarcarsi da Andrea Agnelli, e quindi abiurando la Superlega tanto temuta da Ceferin (come se il centoventesimo PSG-Bayern di Champions fosse una cosa diversa), sono punti a favore dei bianconeri.     

Anche Roma, Salernitana e soprattutto Lazio potrebbero vedere la loro stagione stravolta dalle plusvalenze fittizie, su cui indagano le procure di Roma e Tivoli (visto dove si trova Formello). È prestissimo per dire quando l’indagine penale su queste ipervalutazioni di giocatori veri (Pellegrini, Morrone, Akpa Akpro, Spinazzola, Kumbulla, Cristante, eccetera) e giocatori finti nell’ultimo quinquennio verrà analizzata dalla giustizia sportiva. Ma le motivazioni della sentenza Juventus insegnano che i tecnicismi sono superati da una valutazione sulla lealtà sportiva, sulla base di quell’articolo 4 del codice di giustizia sportiva scoperto da tutti noi giuristi di Google. Le plusvalenze di Lazio, Roma e Salernitana hanno alterato i campionati? Erano operazioni singole o facevano parte di un sistema? Domande da replicare per i prossimi club coinvolti, tenendo conto delle proporzioni fra chi ha fatto 200 e chi 15.

L’operazione Serie A-DAZN-TIM, con Sky ruota di scorta, è stata un disastro ma soltanto Aurelio De Laurentiis lo ha detto con chiarezza (ad un evento del Sole 24 Ore) ad un mondo televisivo in cui il numero degli abbonati, cioè l’unica cosa che conta, è tenuto segretissimo e qualsiasi stima di calo genera reazioni stizzite, quando non querele. Parole di De Laurentiis: “Noi avevamo 4,2 milioni abbonati tra Mediaset Premium e Sky. Oggi tra DAZN, TIM e Sky appena a 1,9 milioni abbonati, ne abbiamo persi 2,3 per strada che in termini di fatturato sono tanti. Come si recupera? Mettendo un tappo: legge anti-pirateria, è la prima cosa”. Magari le cifre non sono proprio quelle, in ogni caso nel presente il disastro è tutto delle televisioni. Ma dopo il 2024 la mazzata arriverà anche alla Serie A, in mancanza di una lotta alla pirateria che colpisca anche i telespettatori a scrocco. Tema impopolare, visto che la tante persione, anche appassionate di calcio, pagherebbero 10 euro per una pizza che mangiano in un quarto d’ora ma non un 29,99 euro per 40 partite.

stefano@indiscreto.net

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