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Professionisti come Lukaku© Inter via Getty Images

Professionisti come Lukaku

Il rissoso finale di Juventus-Inter fra i tanti aspetti negativi ne ha almeno uno positivo: ci sono ancora calciatori che tengono a ciò che fanno...

Stefano Olivari

05.04.2023 ( Aggiornata il 05.04.2023 09:56 )

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Rigore del pareggio interista, esultanza di Lukaku alla Lukaku rivolto alla curva della Juventus, giocatori bianconeri che si scagliano contro di lui, chiarimento Handanovic-Cuadrado degenerato quasi subito, rissa totale. I minuti finali di Juventus-Inter, andata della semifinale di una Coppa Italia già asteriscata (dovessero vincerla i bianconeri difficilmente la UEFA li ammetterebbe all'Europa League) ma nel suo presente calcio vero, sono stati commentati in maniera quasi unanime: uno spettacolo indecoroso, uno di quelli che ci fanno sentire superiori quando li vediamo in una partita di Coppa CONMEBOL. Però..

Però in questa rissa c'è almeno una cosa da salvare, usando proprio l'argomentazione che si usa per criticare e cioè che i calciatori sono professionisti. Come il Toninho Cerezo evocato da Luca Covelli-Malagò in Vacanze di Natale, in senso positivo. Ecco, non sempre essere professionisti è una qualità: in una certa accezione significa che ogni maglia è uguale, ogni partita uguale, ogni situazione uguale, basta che si venga pagati puntualmente. Per questo male inteso concetto di professionismo Lukaku avrebbe dovuto ignorare i buu razzisti pensando "Io sono milionario e loro pezzenti", ma per fortuna non è così che funziona. Questo al di là del fatto che l'attaccante dell'Inter abbia esultato così tante altre volte, anche in situazioni senza tensione.

Mezza Inter non sarà all'Inter l'anno prossimo, a partire probabilmente da Lukaku: per un club finanziariamente alla canna del gas insostenibile il prestito, difficilissimo ricomprarlo dal Chelsea anche a prezzi stracciati. E il discorso vale anche per mezza Juventus, in caso di retrocessione in B o anche soltanto di ridimensionamento. Quanto all'importanza della partita, la Coppa Italia (se vinta su Fiorentina o Cremonese) non basterebbe a considerare positiva la stagione dell'Inter e sarebbe inutile nel valutare quella della Juventus. Eppure in quei minuti finali quasi tutti si sono comportati come se non ci fosse un domani, come se facessero di sicuro parte di Inter e Juventus nei prossimi decenni: ma, con tutto il rispetto, quale futuro hanno Handanovic e Cuadrado? E Dzeko che rivolto ai tifosi dell'Inter indicava il cuore? Tutti grandi attori?

Detto che nella storia del calcio senza telecamere ed anche in quella con telecamere, sono accadute nei dopopartita cose incredibili, ignorate da giustizia sportiva e media, episodi emersi solo in cene da ex al momento del limoncello, ci sentiamo di dire che quanto visto nel finale di Juventus-Inter, pur censurabile, ha in parte riscattato quanto visto nella parte di partita precedente. Lo sport diventa qualcosa di unico quando chi lo pratica tiene al risultato, diversamente si può parlare di esibizione o entertainment. È poi ovvio che per dimostrare dedizione alla causa non occorra picchiarsi (fra l'altro in questo Juventus-Inter nessuno si è davvero picchiato), ma gli spettacoli che hanno fatto e fanno male al calcio italiano non sono certo questi. E soprattutto non si vedono sul campo.

stefano@indiscreto.net

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