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L'età di Zeman© LAPRESSE

L'età di Zeman

Secondo ritorno al Pescara, questa volta in Serie C, per un allenatore rimpianto ovunque sia stato. Obbiettivi? Nessuno, soltanto essere sé stesso.

Stefano Olivari

27.02.2023 ( Aggiornata il 27.02.2023 12:19 )

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Zdenek Zeman allenerà il Pescara per la terza volta e se lui è sempre Zeman gli anni sono diversi, essendo diventati quasi 76: li compirà il prossimo 12 maggio. La scelta del presidente Sebastiani e del direttore sportivo Delli Carri è arrivata dopo le dimissioni di Alberto Colombo, che la scorsa estate era stato in ballottaggio proprio con Zeman per allenare la squadra abruzzese, ambiziosa ma pur al terzo posto lontanissima dalla promozione diretta in Serie B, che nel suo girone sarà quasi certamente del Catanzaro. Il Pescara può quindi soltanto sperare di vincere i complicatissimi playoff della Serie C, che coinvolgeranno 28 squadre e dove il buon piazzamento nella stagione regolare conta soltanto in due fasi (alla fine il vantaggio è soltanto quello di giocare la partita di ritorno in casa) e non comunque in semifinali e finali dove il sorteggio è integrale.

Ma anche per i suoi ultras è difficiile sostenere che Zeman sia stato scelto per rendere più probabile la promozione, anche se nella sua quarantennale carriera in panchina ha conosciuto questa gioia tre volte: con il Licata 1984-85, dalla C2 alla C1 (la stella era Maurizio Schillaci, cugino del Totò delle notti magiche di Italia ’90), con il Foggia 1990-91 dalla B alla A (attacco Rambaudi-Baiano-Signori, più altri buoni giocatori, da Manicone a Barone a Padalino, che Zeman avrebbe fatto emergere) e appunto con il Pescara, sempre dalla B alla A, la squadra dove esplosero i giovani Immobile, Lorenzo Insigne e Verratti, quest’ultimo autentico prodotto del vivaio locale. Presidente era già Sebastiani, che ci rimase male quando Zeman, che all’epoca comunque firmava soltanto contratti annuali, optò per uno dei suoi tanti ritorni, questa volta alla Roma. Meno fortunato il ritorno del 2017, sostituendo l’esonerato Oddo: era Serie A, tutt’altra situazione e con una retrocessione già scritta che Zeman non evitò.

Ma è inutile ripercorrere tutta la storia di Zeman, meglio concentrarsi sul suo presente e sul suo significato nel calcio di oggi: che non è il 4-3-3, che può essere insegnato da chiunque, o la preparazione atletica senza abuso di farmaci, questa già più rara, ma un sistema di valori personali che rendeva Zeman personaggio quasi unico nel calcio italiano degli Novanta e quindi figurarsi in quello di oggi dove gli interessi si sono moltiplicati. Questo a pensare bene, perché a pensare male lo Zeman di oggi è soprattutto un’icona utile a tenere buoni i tifosi e per guadagnarsi buona stampa. Al punto che Sebastiani, che con Zeman si era lasciato male, è passato anche sopra al ritratto certo non lusinghiero che l'allenatore gli ha riservato nell'autobiografia 'La bellezza non ha prezzo' (in particolare per un episodio riguardante il figlio di Zeman). Certo è incredibile che negli ultimi trent’anni nessun grande club lo abbia preso in considerazione non per vincere, ma per organizzare un settore giovanile ed un’attività sportiva vera. Non sarebbe troppo tardi, pare.

stefano@indiscreto.net

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