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Ancelotti pronto con il Brasile© Getty Images

Ancelotti pronto con il Brasile

Il Mondiale per club appena vinto con il Real Madrid è il dodicesimo trofeo internazionale di club vinto dall'allenatore emiliano, al quale a questo punto manca soltanto un Mondiale. Al di là delle smentite...

Stefano Olivari

13.02.2023 ( Aggiornata il 13.02.2023 11:48 )

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Il Mondiale per club in finale sull’Al Hilal di Ramon Diaz vale 100 volte meno della Champions conquistata lo scorso maggio contro il Liverpool, ma questo non toglie che Carlo Ancelotti abbia vinto il dodicesimo trofeo internazionale della sua carriera e che nessun allenatore italiano di club nella storia possa statisticamente essere paragonato a lui. Che i trofei pesanti li ha vinti con Milan e Real pieni di campioni, senza inventare niente, ma che da questo tipo di club continua ad essere chiamato e certo non per raccomandazione.

Altro discorso la Nazionale, per cui Ancelotti non si è mai reso disponibile per diversi motivi: a inizio millennio la scarsa sintonia (eufemismo) con il mondo di Moggi e dei dirigenti federali a lui collegati, poi i grandi club che comunque erano sempre alla sua porta, soprattutto il fatto che ad ogni cambio/esonero di commissario tecnico lui era già impegnato. Con il Milan dopo le dimissioni di Lippi da campione del mondo 2006, con il Chelsea dopo il fallimento dello stesso Lippi al Mondiale 2010, con il Real Madrid dopo quello di Prandelli nel 2014, con il Bayern dopo le dimissioni di Conte nel 2016.

Il giro giusto sarebbe stato quello del 2018, dopo l’esonero dal Bayern e la mancata qualificazione mondiale di Ventura. Tavecchio, non ancora dimissionario, cercò per qualche giorno di salvare la poltrona di presidente federale ingaggiando un grosso nome: Conte, già in rotta con il Chelsea, e proprio Ancelotti i due nomi nella sua testa, davanti a Ranieri e Mancini. In quel novembre 2017 Ancelotti era liberissimo e parlò più volte con Tavecchio da Vancouver, cioè casa della moglie, pretese ovviamente soldi (quelli di Conte, il doppio di quelli che avrebbe accettato Mancini) ma soprattutto mano libera nella scelta dei collaboratori. Se Tavecchio non si fosse dimesso, dietro pressioni di ogni tipo, sarebbe andata proprio così, Ancelotti c.t. con pieni poteri, invece il commissariamento di Fabbricini, ma di fatto di Malagò, portò poi alla nomina di Mancini.

La prossima opportunità potrebbe essere nel 2026, quando Ancelotti avrà 67 anni. Tanti, anche se nell’ultimo decennio chi lo ha dato per bollito, e sono stati tanti, è sempre stato clamorosamente smentito dai fatti e da chi preferisce affidare i suoi investimenti miliardari a lui invece che da fenomeni da progetto, con il maglione attillato. Per questo lo scenario di Ancelotti allenatore del Brasile con obbiettivo il Mondiale nordamericano è come minimo verosimile anche se tutte le parti in causa hanno già smentito e bisogna registrarlo. Le ferite del Mondiale ’82, che saltò per uno dei suoi due gravissimi infortuni, e di Italia ’90 quando Vicini di fatto lo accantonò dopo mezza partita con l’Austria, sono ancora aperte. E al Mondiale 2026 mancano ancora tre anni e mezzo.

stefano@indiscreto.net

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