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L’ultimo giro di Agnelli© Getty Images

L’ultimo giro di Agnelli

L'indagine sulla Juventus, l'America di Commisso e il nuovo fronte dell'Iran. 

25 ottobre 2022

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Andrea Agnelli magari vedrà in futuro la Juventus primeggiare in Superlega, ma probabilmente lo farà soltanto da tifoso e non più da presidente bianconero. La chiusura delle indagini della Procura di Torino, con accuse di falso nelle comunicazioni sociali, false comunicazioni al mercato e aggiottaggio informativo, non è materia da bar mentre lo è il fatto che Agnelli da qualche mese, per non dire qualche anno, sembri lì ad essere cucinato a fuoco lento con i media che hanno compreso benissimo la nuova direzione del vento. I risultati sportivi sono soltanto sullo sfondo, perché agli errori delle ultime stagioni sarebbe giusto affiancare anche i nove scudetti consecutivi fra Conte, Allegri e Sarri, mentre quelli finanziari sono oggettivamente disastrosi, con l’ultimo bilancio in rosso di 254,3 milioni di euro, con un ultimo triennio complessivamente da meno 553,7. Nessun problema per la Juventus, finché la Exor guidata da John Elkann metterà i soldi (e li metterà, ci sono pochi dubbi), ma molti per Agnelli. Ancora qualche picconata all’immagine ed i tempi saranno maturi. 

Rocco Commisso non è lo zio d’America, quello che mette i soldi a fondo perduto per fare felici i tifosi della Fiorentina. Lo zio d’America è… l’ Italia, visto che la ristrutturazione del Franchi, in zona 100 milioni di euro come spese, sarà totalmente finanziata dai soldi del PNRR erogati in questo caso dal Ministero della Cultura, visto che lo stadio di Firenze è considerato, senza un vero perché, monumento nazionale. Lo si sapeva da tanto tempo, lo ha ribadito il sindaco Nardella. Bello fare gli americani gratis, oltretutto lamentandosi del fatto che non gli hanno permesso (che cattivi!) di spendere i propri soldi. 

Contro la partecipazione dell’Iran al Mondiale ormai si stanno scatenando tutti, con le motivazioni più diverse. Quelle che arrivano dall’Ucraina, per bocca dell’amministratore delegato dello Shakhtar Donetsk, Sergey Palkin, sono più interessanti delle altre, perché non riguardano il rispetto dei diritti umani (che in Iran è bassissimo, come del resto in metà dei paesi affiliati alla FIFA), ma il sostegno politico all’invasione russa dell’Ucraina. Insomma, si suggerisce a Infantino un escamotage tipo Bielorussia: non parliamo di come vengono trattate le donne, se no nemmeno dovremmo andare in Qatar, ma della guerra più mediatizzata del momento fra le circa cinquanta che si stanno combattendo nel pianeta. Ovviamente il dirigente dello Shakhtar suggerisce il ripescaggio dell’Ucraina, non è certo mosso da nobili ideali. Ma in tanti fra gli esclusi pensano di avere ancora una chance, in particolare la prima fra le eliminate delle qualificazioni asiatiche, gli Emirati Arabi. Ma al Mondiale mancano ancora 25 giorni e la FIFA ci ha abituato a tutto. 

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