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Serie A 2022-23: Milan e Inter© AC Milan via Getty Images

Serie A 2022-23: Milan e Inter

Dopo il derby vinto dalla squadra di Pioli per 3-2 il punto sulle rose delle squadre milanesi alla prima giornata di campionato post-calciomercato...

Stefano Olivari

03.09.2022 ( Aggiornata il 03.09.2022 20:55 )

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Milan e Inter hanno dato vita a un derby che per intensità è stato degno di una grande partita di Premier League, lo si può dire senza la solita sudditanza culturale nei confronti di ciò che viene dall’Inghilterra. Un derby vinto 3-2 dalla squadra di Pioli e con Rafael Leão uomo copertina, con due gol e un assist, come del resto è stato uomo copertina anche dello scudetto. Una partita in cui entrambe le squadre hanno dato il meglio quando si sono trovate in svantaggio e alla fine hanno avuto anche statistiche abbastanza equilibrate: ma il calcio non è la ginnastica e quindi dopo cinque giornate i rossoneri campioni d’Italia sono in testa alla classifica, in attesa delle partite di Roma e Atalanta, con l’Inter due punti sotto. Un derby che è l’occasione per proseguire nella nostra presentazione delle squadre alla prima giornata di Serie A post calciomercato.

Il Milan di fatto ha circoscritto il suo mercato a due operazioni: De Ketelaere sulla linea dei trequartisti ed Origi come alternativa per l’attacco, anche se Giroud è ovviamente inserito meglio nel sistema di Pioli. Thiaw, Dest e Vranckx sono invece le classiche scommesse ragionate del Milan di Elliott, Gazidis e Maldini, e poco cambierà con il cambio di proprietà: nessuno di loro ha grandi probabilità di diventare titolare, anche se forse Dest (preso subito dopo l’infortunio di Florenzi) avrà qualche chance in più degli altri, tutti però possono aumentare di valore. Interessante il ritorno di Pobega, che però ha caratteristiche molto diverse da Tonali e Bennacer e quindi potrebbe trovare meno spazio di quanto avrebbe trovato in altre squadre. Di sicuro il mercato, senza calcolare gli ingaggi, è andato in rosso di poco più di 30 milioni di euro, una cosa da neopromossa che conferma una linea di austerità che ha portato non al risanamento dei conti (il Milan continua a perdere soldi come ai tempi di Berlusconi, solo che ne perde molti meno) ma allo scudetto sì. Inutile cambiare tanto per cambiare: lo scudetto può essere riconfermato anche così, anzi l'anno scorso il Milan si presentava alla partenza molto più indietro.

Nemmeno l’Inter ha fatto rivoluzioni, anche se all’inizio dell’estate Marotta aveva pensato a cambiamenti sostanziali, monetizzando bene Skriniar e forse anche De Vrij prima che andasse in scadenza, liberandosi di Correa e Sanchez e prendendo Bremer e Dybala. Ecco, gli è riuscito soltanto l’addio (a caro prezzo) a Sanchez, perché l’opportunità creatasi con Lukaku in fuga dal Chelsea ha cambiato tutti gli scenari. Sull’altare della prima punta che segni tanto, vero problema dell’ottima Inter della scorsa stagione, sono quindi stati sacrificati gli altri progetti e si può dire senza tema di smentita che l’Inter sia la stessa della scorsa stagione, senza il suo miglior giocatore (Perisic) ma con il miglior giocatore di quella prima, cioè Lukaku. Dire che alcuni meccanismi tattici sono cambiati si può, perché Lukaku non è Dzeko, ma nella sostanza stiamo parlando di due squadre quasi identiche e che, stando a queste prime partite stagionali sono lontane soltanto per convinzione ed entusiasmo. Nell’Inter ad essere cambiate molto sono le alternative con le aggiunte di Mkhtaryan, Bellanova, Asslani e Onana, con Acerbi preso in extremis solo per accontentare Inzaghi. Situazioni da tenere d’occhio quella dei portieri, con il vecchio Handanovic ritenuto da Inzaghi ancora superiore a Onana, e quella di Gosens, uno degli acquisti più costosi della gestione Marotta, ma in generale squadra che può ancora lottare per lo scudetto.

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