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Il mercato di Dybala© AS Roma via Getty Images

Il mercato di Dybala

Vincitori e vinti della sessione estiva 2022, con le grandi della Serie A quasi tutte in teoria rinforzate e le medio-piccole che quasi tutte tirano a campare, vendendo il concetto di instant team... 

Stefano Olivari

02.09.2022 ( Aggiornata il 02.09.2022 12:08 )

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Il calciomercato estivo 2022 è finalmente finito, dalla quinta giornata di campionato tutti potremo giudicare le 20 squadre di Serie A senza mettere asterischi o considerare chiunque provvisorio. Anche se il ‘definitivo’ in questa stagione è un concetto molto relativo: due mesi e mezzo scarsi di partite, poi i Mondiali (degli altri) e per noi di nuovo mercato per correggere gli errori di questi due mesi e mezzo. In ogni caso vediamo vincitori e vinti di questa sessione, ovviamente in rapporto alle ambizioni visto che la Juventus non è la Cremonese e ci vorranno 20 proprietari su 20 americani (non che si sia lontani da questo scenario) perché le cose in qualche modo cambino.

La regina del mercato è la Juventus, che a forza di prestiti e di contratti scaduti si sta liberando dei tanti errori del recente passato. Pogba nella Serie A attuale è di un altro pianeta, anche il Pogba svagato degli ultimi tempi al Manchester United (ma c’erano problemi fuori dal campo, come si sta vedendo), Paredes è una sicurezza in mezzo al campo, Bremer avrà meno potenziale di De Ligt ma nel presente è più utile, e sempre nel breve periodo, vista l'età, Di Maria vale Dybala. Non è rimasto Morata, come avrebbe voluto Allegri, ma Milik è un vice-Vlahovic di lusso. Squadra completa, ma con alcuni giocatori ad alto rischio di infortuni (e Chiesa ancora non è rientrato).

Fra le teoriche migliori otto, che poi coincidono con le prime otto della scorsa stagione, ha fatto benissimo la Roma: Dybala è stato un colpo non soltanto di marketing ma anche di sostanza, Matic e Wijnaldum due operazioni di Mourinho, Belotti una buona alternativa in panchina e Zaniolo un riacquisto quasi involontario, per mancanza di reali offerte, ma che potrebbe fare la differenza. Sul terzo gradino del podio mettiamo il Milan campione d’Italia: cambiare tanto per cambiare non aveva senso e così è stato fatto un unico vero investimento, quello su De Ketelaere, più lo svincolato Origi per l’attacco e le scommesse con buone probabilità di riuscita Thiaw, Vranckx e Dest.

Il mercato dell’Inter è stato condizionato da due fattori: il ritorno di Lukaku e il tira e molla con il PSG per la cessione di Skriniar, che ha ritardato e poi impedito l’acquisto di Bremer e l’ingaggio di Dybala. È l’Inter dell’anno scorso meno il suo miglior giocatore, cioè Perisic, e con un Lukaku leggermente inferiore a quello che Conte tirava a lucido: squadra in teoria da scudetto, ma con un Inzaghi più nervoso (diversamente non sarebbe stato accontentato con Acerbi) e con meno alibi. Il Napoli ha chiuso un ciclo salutando Koulibaly, Insigne, Mertens e Fabian Ruiz, ricostruendosi con giovani già affermati come Raspadori e Kvaratshkelia, senza dimenticare Kim e Ndombele: bel mercato, ma il primo scudetto senza Maradona non arriverà nemmeno a questo giro, De Laurentiis merita applausi come amministratore ma certo non fa sognare i tifosi. La Lazio ha dato a Sarri una rosa più più profonda, ma a livello di primi undici la squadra non sembra migliorata, così come la Fiorentina. L’Atalanta che mentre scriviamo queste righe è capolista insieme alla Roma è un’incognita: la rosa tropppo ampia a Gasperini non piace, però senza impegni europei questa squadra può dare fastidio a tutti e togliere un posto in Champions a chi è convinto di averlo per diritto divino.

Nell’altro campionato, quello delle 12 squadre che l’Europa nemmeno la possono sognare il mercato più pirotecnico è stato quello del Lecce, con Corvino che ci ha fatto perdere il conto di acquisti (Ceesay il grande colpo, interessante Bistrovic) e cessioni. Male le altre due neopromosse. Il Monza di Berlusconi ma soprattutto di Galliani ha comprato, o per meglio dire preso in prestito tanti giocatori anche di nome, con Pessina uomo copertina, più qualche giovane già pronto come Rovella, ma non sembra che ci sia un reale progetto tecnico e soprattutto la squadra dell’anno scorso è stata totalmente smantellata: inevitabile che nel mirino ci sia Stroppa, senza peraltro sue colpe specifiche. Più logiche le mosse della Cremonese, con il colpo del ritorno di Carnesecchi e le buone operazioni fatte con Dessers e Felix: il livello è però basso e la salvezza dipenderà dai fallimenti di altri.

Ecco, gli altri. Torino, Bologna, Udinese e Sassuolo non hanno fatto niente, anzi, che possa schiodarle da un campionato anonimo, mentre Verona, Empoli e Spezia si sono strutturate per una onesta salvezza, cambiando gli allenatori e poco altro. In questa fascia è piaciuto molto il mercato della Salernitana, con Iervolino che ha messo a disposizione di Nicola giocatori di esperienza come Candreva, ma anche gente da grande club come Piatek, più giovani come Lovato e giocatori amati dalla piazza come Bonazzoli: è una squadra potenzialmente anche da decimo posto, mentre il club importante che rischia è senza dubbio la Sampdoria, che non ha fatto letteralmente niente per accontentare Giampaolo: la transizione societaria non giustifica il rischio di una retrocessione.

Certo è che questo calciomercato ha segnato una svolta: non perché ci fossero pochi soldi, in fondo si dice sempre così, ma perché anche chi li ha nella maggioranza dei casi ha puntato sul presente, quindi prestiti e svincolati, che sul futuro: instant team, si dice per nobilitare il tutto. È stato un mercato governato più dalle opportunità e dalle situazioni che dalle indicazioni degli allenatori o da una linea societaria: molto divertente per chi lo segue, visto che ogni scenario è sembrato credibile (per qualche ora anche Cristiano Ronaldo al Napoli), ma in fondo è umn gioco e con il senno di poi sapèremo spiegare tutto. Di certo quasi nessuno ha puntato sui fantomatici giovani italiani che sarebbero chiusi dagli stranieri, con la Nazionale che quindi per questo motivo perderebbe con la Macedonia.

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