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Milan, l'era di RedBird

Milan, l'era di RedBird

È diventato ufficiale il passaggio di proprietà del club campione d'Italia al fondo americano che ha coinvolto altri investitori, dagli Yankees a LeBron James. La prossima sfida sarà guadagnare...

Stefano Olivari

31.08.2022 ( Aggiornata il 31.08.2022 15:53 )

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Il Milan è di RedBird Capital, quarto proprietario del club rossonero negli ultimi cinque anni dopo Berlusconi, Yonghong Li (…) ed il fondo Elliott, che quindi lascia da campione d’Italia. Non che la notizia fosse inaspettata, ma dopo questa estate di tranizione è diventata ufficiale. Il Milan rimane quindi americano, ma diventa della società fondata nel 2014 da Gerry Cardinale, frontman del gruppo, per una valutazione globale di 1,2 miliardi di euro. La differenza rispetto a Elliott, che rimane comunque agganciato al Milan in quanto finanziatore di metà dell'operazione di RedBird, è comunque notevole: i progetti sono di lungo periodo e l’idea di base è quella di trasformare il Milan in una media company, qualsiasi cosa voglia dire (non è solo una moda, perché vendendo il nulla il Barcellona è riuscito a non fallire). Di sicuro RedBird non metterà da sola tutti i soldi, ma coinvolgerà parecchi azionisti di minoranza, molti di chiara fama: lo Yankee Global Enterprises (in pratica la famiglia che possiede i New York Yankees), Main Street Advisors (un fondo dove ci sono molti investitori VIP, fra cui LeBron James), Riccardo Silva (italiano e anche milanista, imprenditore dei media e proprietario dei Miami FC), un fondo pensione a altri. La chiave di tutto è ovviamente che il Milan diventi profittevole con continuità, visto che Cardinale e quasi tutti gli altri non è che siano cresciuti con il poster di Rivera o di Maldini nella cameretta. A proposito di Maldini, mentre l’area tecnica (da lui a Pioli, passando per Massara e Moncada) dovrebbe essere riconfermata, del resto non avrebbe senso fare diversamente, sul versante aziendale sta avviandosi alla fine l’era di Ivan Gazidis. Che ha ben ristrutturato il club, innescando una tendenza finanziaria positiva, senza però dimenticare che il Milan continua a perdere soldi. L’ultimo bilancio approvato, relativo alla stagione 2020-21, evidenziava una perdita di 96,4 milioni, ed anche quello più recente, che dovrebbe essere approvato ad ottobre, non avrà il segno più: la realtà del calcio italiano, per lo meno per chi vuole vincere qualcosa, è questa. In altre parole, Elliott ha fatto un grosso lavoro ma guadagnare è un’altra cosa e la grande sfida di RedBird è proprio questa. Il motivo per cui gli americani investono sul calcio italiano è comunque evidente: un campionato fra i più prestigiosi al mondo, un paese con una buona fama, prezzi ancora relativamente bassi che consentono di avere una squadra da Champions League con soldi che in Premier League non basterebbero nemmeno per stare a metà classifica. Dal punto di vista del Milan questa è la fine della traversata iniziata nel 2017. 

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