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Più di Lukaku© Inter via Getty Images

Più di Lukaku

Due mesi di calciomercato, una squadra per Dybala, il calciomercato di Bearzot e l'Italia di Bremer.

Stefano Olivari

30.06.2022 ( Aggiornata il 30.06.2022 17:13 )

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Alla fine del calciomercato della Serie A mancano la bellezza di due mesi, e quattro turni completi da giocare con asterisco, ma sarà per tutti difficile inventarsi un colpo più clamoroso del ritorno di Romelu Lukaku all'Inter. Se guardiamo al nome, soltanto un Neymar con ingaggio per più di metà finanziato dal PSG (club che è uno spot in favore della Superlega) potrebbe batterlo. Certo, Lukaku torna in prestito, ma 11 milioni di euro da dare al Chelsea sono poca cosa rispetto ai 115 incassati l'anno scorso. Fa meno impressione l'autoriduzione dell'ingaggio, pur rarissima per calciatori di questo livello: Lukaku guadagnerà comunque 8,5 milioni netti per una stagione, 3,5 meno rispetto a quanto prendeva nel Chelsea ma uno (si parla sempre di netto) in più rispetto al contratto che fino all'estate scorsa aveva con l'Inter e che sarebbe scaduto nel 2024. Notevole la rottura con il proprio procuratore, Pastorello, che si inserisce in un trend recentissimo: il grande calciatore, quello che non ha bisogno di farsi pubblicità, vuole avvalersi soltanto di consulenti legali e amministrativi e non di qualcuno che ogni anno lo spinga a cambiare squadra. 

L'altra grande tendenza di questo calciomercato, con rose ancora impossibili da giudicare, è la quantità di giocatori di valore senza un contratto. Mentre scriviamo queste righe potremmo fare gli esempi, fra chi ha giocato l'ultima Serie A, di Dybala, Mertens, Romagnoli, Bernardeschi e tanti altri. Se fino all'anno scorso costare zero, come cartellino, era un'arma in mano al giocatore, nel 2022 il disoccupato di lusso viene trattato comne i disoccupati meno di lusso. Perché ci sono meno soldi e perché proprietà meno tifose e più attente hanno osservato che il tumore dei bilanci sono i contratti pluriennali, di cui ci si può liberare solo con dolorose buonuscite. Meglio gli instant team, con calciatori di minor pregio, di chi spara subito il quadriennale. 

Visto che siamo in pieno quarantennale del Mondiale '82, ogni giorno una ricorrenza, possiamo anche ricordare il calciomercato degli azzurri di Bearzot, la cui chiusura era stata anticipata a molto prima del torneo in modo da non creare confusione (altri tempi, in questo senso migliori). Cambiarono squadra soltanto Collovati, che da Milan passò all'Inter in cambio di 2,2 miliardi (per la sola comproprietà) di lire più i presti annuali di Serena, Canuti e Pasinato, e Selvaggi, dal Cagliari al Torino di Luciano Moggi per un miliardo e 200 milioni. Dopo il Mundial con un escamotage cambiò squadra anche Vierchowod, che veniva dalla Fiorentina ma era di prorietà della Sampdoria, che passò alla Roma. Prima o poi bisognerà porsi, a livello non soltanto italiano, il problema delle date. 

Bremer in Nazionale? Intendiamo la nazionale italiana, che in teoria potrebbe sfruttare il passaporto che il difensore del Torino avrà presto grazie alla moglie. Inutile fare i soliti discorsi sugli oriundi, anche se dopo l'ubriacatura dei giovani da Nations League ci potrebbero stare. Mancini non ha mai fatto lo schizzinoso e quindi un Bremer disponibile diventerebbe in automatico una delle colonne dell'Italia con vista Mondiale 2026, quando Bremer avrà 29 anni. Il punto è proprio questo: se Tite lo chiamasse al Mondiale, anche soltanto per portare le borse, Bremer non avrebbe dubbi. Giustamente, aggiungiamo, visto che un brasiliano sogna di giocare per il Brasile. Quanto all'Italia, accettare di essere in Serie B è ancora peggio che esserci. 

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