Il livello di Simone Inzaghi

L'allenatore ha prolungato fino al 2024 il suo contratto con l'Inter, diventando il terzo più pagato della Serie A dopo Mourinho e Allegri...

Il livello di Simone Inzaghi
© Inter via Getty Images

Stefano OlivariStefano Olivari

Pubblicato il 22 giugno 2022, 14:54

Simone Inzaghi ha prolungato di un anno il suo contratto con l'Inter, che sarebbe scaduto nel 2023 e che adesso invece scadrà nel 2024: fra parte fissa e bonus raggiungibili realisticamente si arriva in zona 6 milioni netti a stagione, circa uno in meno rispetto a quanto Allegri e Mourinho prendono da Juventus e Roma e nella sostanza il doppio rispetto a quanto il Milan dà a Pioli. Un grande riconoscimento, visto che a queste cifre non è che ci fosse la fila alla porta, per un tecnico che come tutti, grandi e meno grandi, ha avuto il merito di sfruttare le occasioni che la vita gli ha dato: prima fra tutte la fuga di Bielsa dalla Lazio nell'estate 2016, quando Lotito aveva già messo Inzaghi sulla panchina della Salernitana ai tempi controllata. Al di là dei buoni risultati (Coppa Italia, Supercoppa, secondo posto in campionato e onorevole eliminazione con il Liverpool negli ottavi di finale di Champions) e del gioco spesso spettacolare, Inzaghi ha creato nell'Inter un ambiente che nella sua storia moderna il club nerazzurro non aveva mai avuto, nemmeno in stagioni più vincenti. Certo con Lukaku gli obbiettivi cambiano, con il punto interrogativo che riguarda soprattutto la fase difensiva, prima ancora della difesa. Perché nel campionato appena terminato l'Inter di Inzaghi ha subito soltanto un gol in meno del Milan di Pioli (che, casi della vita, dopo il suo esonero alla Lazio fu sostituito per qualche partita proprio da Inzaghi) ma tutte le statistiche avanzate, dagli expected goals in giù, dicono che quella interista è la quinta fase difensiva della Serie A, molto staccata da Napoli e Milan e poco da Juventus e Roma. Altra musica in attacco, dove l'Inter di Inzaghi per costruzione di situazioni pericolose ha surclassato anche l'Atalanta, oltre a Roma, Milan e Napoli. Traduzione: i gol si pesano, non soltanto si contano, e la scommessa di Inzaghi, peraltro logica, è che Lukaku al posto di Dzeko faccia una enorme differenza. Insomma, il livello si alza e non ci riferiamo ai soldi: dai complimenti per il secondo posto alle critiche per essere arrivato soltanto secondo il passo è brevissimo. 

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