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Perché Gattuso al Valencia© LAPRESSE

Perché Gattuso al Valencia

Il campione del mondo 2006 fa ripartire in Spagna la sua carriera da allenatore, in un club dove l'influenza del suo procuratore è fortissima...

Stefano Olivari

09.06.2022 ( Aggiornata il 09.06.2022 12:20 )

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Dopo un anno di inattività Gennaro Gattuso riparte dal Valencia, con cui ha appena firmato un contratto fino al 2024 per una cifra non ufficializzata ma pare di poco superiore ai 3 milioni netti a stagione. Gattuso andrà ad allenare un club che ha visto tempi migliori, avendo chiuso l'ultima stagione al nono posto nella Liga e fuori da ogni coppa (ha anche perso ai rigori con il Betis Siviglia la finale di Copa del Rey).

Ma al di là della squadra che il Valencia gli metterà a disposizione, la storia del Gattuso allenatore è interessante perché dopo la strana (visto come la qualificazione alla Champions League gli sfuggì di mano all'ultima partita) fine del suo rapporto con il Napoli e la meno strana rottura con la Fiorentina (c'era sullo sfondo il Tottenham, prima che parte della tifoseria insorgesse contro il suo ingaggio)Gattuso era finito in una terra di mezzo, nonostante i suoi interessi fossero e siano curati da Jorge Mendes.

Ancora abbastanza giovane, 44 anni, per essere considerato emergente, con l'aura di campione del mondo che in campo internazionale conta, Gattuso negli ultimi tempi ha dovuto penosamente giustificare sue vecchie interviste, dove esprimeva sue legittime opinioni su vari temi (le dirigenti calcistiche donne e il matrimonio gay, per dirne due), legittime ma non mainstream, che gli hanno fatto guadagnare la crocifissione da parte del conformista popolo del web. Che troppi dirigenti di grandi aziende scambiano per il popolo, non soltanto nel calcio.

Detto questo, per un rilancio ad alto livello il Valencia è per Gattuso una situazione da ora o mai più. Una città e un ambiente in cui fra l'altro hanno allenato e giocato tanti italiani: nella prima categoria Ranieri (bene) e Prandelli (quando era già in caduta libera), nella seconda l'amatissimo Carboni ma anche Di Vaio, Moretti, Zaza e Piccini, per citare storie di successo. Fra quelle di insuccesso Corradi, Fiore, Florenzi, Tavano, Lucarelli e Cutrone.

La vera difficoltà di Gattuso non sarà comunque tecnica, anche se nessuno (nemmeno lui) ha ancora capito quale sia il suo livello come allenatore, ma quella di non farsi percepire da tifoseria e media come un raccomandato di Mendes. Impresa difficile, visto che il super-agente è da anni l'uomo forte del Valencia, almeno da quando la proprietà è nelle mani del singaporiano Peter Lim. Una proprietà straniera che da tempo ha smesso di spendere, fisicamente lontana, e che si arrabatta con quello che pomposamente viene chiamato player trading: dove abbiamo già visto qualcosa del genere? Comunque in questo Valencia al risparmio, che comunque due stagioni fa era in Champions League, l'importanza di Mendes è in proporzione maggiore e forse soltanto in questo club poteva piazzare Gattuso. 

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