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Il nuovo Triplete di Mourinho© Getty Images

Il nuovo Triplete di Mourinho

La Conference League della Roma, il sogno di Ibrahimovic e lo scudetto di Gasperini. 

Stefano Olivari

26.05.2022 12:46

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José Mourinho è molto più grande della Conference League che ha vinto con la Roma, dopo una finale molto equilibrata con il Feyenoord, risolta dal gol di Zaniolo, che in questa competizione ha offerto la sua migliore versione, e da una difesa di pura sofferenza e voglia. Per il portoghese, il vero grande colpo dei Friedkin, è il quinto trionfo in una coppa europea dopo quelli con Porto (Coppa UEFA e Champions League), Inter (Champions, fino alla vittoria di Tirana ultimo trofeo europeo vinto da un’italiana, sarà un caso) e Manchester United (Europa League). Non è il primo allenatore ad aver vinto tutte e tre le coppe europee, ai tempi di Campioni-Coppe-UEFA in questo Triplete internazionale riuscirono Trapattoni (sempre con la Juventus) e Lattek, al di là del fatto che per 22 anni, dalò 1999 al 2021, le coppe europee siano state due e che magari questo record sarebbe stato eguagliato da altri. Rimane il fatto che Mourinho sta rifondando la Roma e ha messo la Conference League, a prima vista (ma anche alla seconda) una competizione inutile, in qualcosa in importante. Certo è la Serie C dell’Europa, del resto come tale era stata pensata, ma averla giocata seriamente è un merito al di là della vittoria finale e dell’autostima che ha dato anche per il campionato.

Conference League - Giocatori e tifosi della Roma festeggiano la vittoria

Conference League - Giocatori e tifosi della Roma festeggiano la vittoria

Dopo la vittoria della Conference League per uno a zero, i tifosi della Roma si sono riversati per le vie della capitale per festeggiare. Un gruppo di tifosi della Roma è anche andato prima a Fiumicino e poi a Trigoria per festeggiare la coppa e la squadra di rientro da Tirana alle 5 del mattino.

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Nessuno sa se Zlatan Ibrahimovic tornerà in campo: l’operazione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, gli 8 mesi di stop probabili ed i 41 anni di età direbbero di no, mentre secondo chi lo conosce l’idea del campione svedese sarebbe quella di chiudere con la Champions League, a questo punto partendo dalla fase ad eliminazione diretta, con il sogno anche di alzarla per la prima volta. Ma già adesso si può dire una cosa: il cambio di mentalità del Milan è iniziato con il ritorno di Ibrahimovic nel 2020, non giudicabile attraverso le statistiche, ed i primi a saperlo sono i dirigenti del Milan e lo stesso Pioli, scelto dalla coppia Boban-Maldini poco prima di lui. Al netto della retorica sul vecchio leone che non si arrende, per il Milan meglio averlo come giocatore-icona part time che con un’altra maglia, o peggio ancora come apprendista dirigente.

Se tutti i club avessero le stesse possibilità finanziarie l’Atalanta sarebbe campione d’Italia. Una considerazione nella testa di chiunque abbia seguito il nostro calcio negli ultimi anni è suffragata dai numeri, letti in una rielaborazione del sito Calcio e Finanza, che ha calcolato il costo di ogni punto della Serie A in base al monte ingaggi. Ecco, ogni punto della squadra di Gasperini è costato 0,73 milioni di euro. Al secondo posto la Fiorentina, con 0,85, e al terzo il Milan scudettato nella realtà, con 0,95. Quarta e in Champions League, in un ipotetico calcio con uguali opportunità di spesa, sarebbe la Lazio, con 1,05 milioni a punto. Poi Napoli (1,25), Roma (1,49), Inter (1,63) ed ottava la Juventus (2,41). Grandi complimenti quindi a Gasperini ed Italiano, bravo Pioli, bene Spalletti, Mourinho ha fatto il suo e Sarri un po’ meno del suo. I numeri, sintesi del valore del materiale umano a disposizione, affiancati ai risultati dicono che Simone Inzaghi ha fatto male e Allegri malissimo. Non si può usare lo stesso metro di valutazione per chi combatte con una cerbottana e per chi lo fa con un bazooka.

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