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Inseguendo Theo Hernandez© Getty Images

Inseguendo Theo Hernandez

I match-point di Pioli, il sacrificio di Lautaro Martinez, le lacrime di Insigne, il saluto di Dybala e la salvezza della Salernitana.

Stefano Olivari

15.05.2022 ( Aggiornata il 15.05.2022 22:58 )

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Il Milan ha due match-point per il suo diciannovesimo scudetto, come sta pensando anche il suo tifoso Novak Djokovic, fresco di trionfo a Roma. Domenica prossima (forse, perché la Lega non ha ancora ufficializzato date e orari: tanti saluti al ‘prodotto calcio’…) giocherà in trasferta contro il Sassuolo: per diventare campione d'Italia vittoria o pareggio contro una squadra da mesi senza obbiettivi, per rendere inutile l’eventuale vittoria dell’Inter sulla Sampdoria, anche lei peraltro in vacanza. Gli obbiettivi li aveva invece l’Atalanta, in lotta per l’Europa League con Lazio, Roma e Fiorentina, ma la squadra di Gasperini è stata battuta da quella di Pioli con la solita partita attenta in difesa e soprattutto le solite ripartenze micidiali sulla fascia sinistra di Rafael Leão e Theo Hernandez. Quello del francese all'Atalanta è stato il gol più bello del campionato: maradoniano, in una parola. 

L’Inter ha rimandato all’ultima giornata la festa scudetto dei rossoneri grazie ad una prova convincente a Cagliari, la vittoria in Coppa Italia non ha scaricato l’ambiente ed in fondo per Simone Inzaghi è meglio concentrarsi sul presente che su un futuro che gli imporrà di rinunciare ad un giocatore importante, con Lautaro Martinez dato da molti primo candidato. L'argentino con una doppietta ha confermato il suo valore, pur in una stagione di alti e bassi, e forse sacrificare soltanto lui consentirà all'Inter di rimanere da prime quattro. Di sicuro è diventato il sesto giocatore nella storia dell’Inter a segnare 20 gol (ora è a 21) in una stagione prima dei 25 anni, dopo Meazza, Nyers, Angelillo, Ronaldo e il suo (ex) fratello maggiore Icardi

Lorenzo Insigne ha salutato con lacrime e gol, il solito rigore, il San Paolo, pardon Maradona, e nei prossimi quattro anni sarà un giocatore del Toronto FC: nessuno capirà mai perché lui e De Laurentiis, che lo ha anche applaudito a pochi metri di distanza, non abbiano trovato un punto di incontro, ed il primo a non capirlo è lui che due anni fa si era liberato dal legame con Mino Raiola proprio per salvaguardare il suo rapporto con il Napoli (c’erano anche altre ragioni, ma la voglia di chiudere la carriera nella sua squadra era la principale). Certo l’ingaggio netto che percepirà nella MLS come designated player, cioè ingaggiabile con offerte oltre il tetto salariale, sarà il doppio rispetto alla migliore proposta del Napoli (3,5 milioni di euro a stagione), ma i soldi non spiegano tutto né da una parte né dall’altra. Mistero. 

Anche Dybala ha salutato, nel suo caso la Juventus, con un post su Instagram, dopo 7 anni e tante vittorie a partire dai 5 scudetti (di cui 4 con Allegri) ma per lui non c’è stata alcuna offerta della società da rifiutare. Classica situazione in cui esibire il senno di poi: ventinovenne dall’infortunio facile del quale liberarsi o talento enorme, amatissimo dai tifosi ed in particolare dai giovanissimi di cui spesso parla Agnelli? Ci è sempre sembrato strano che Allegri non si sia speso per quello che ha sempre considerato un suo giocatore, fra l’altro perfetto per giocare con Vlahovic anche se forse non con Chiesa.

Il Venezia è ufficialmente in Serie B: delle tre più serie candidate alla retrocessione, secondo i valori dell’estate scorsa, è stata la prima ad averne la certezza, mentre lo Spezia è salvo e la Salernitana quasi. La seconda retrocessa matematica è il Genoa, sconfitto a Napoli e in B anche in caso di arrivo a pari punti con la Salernitana. La terza ad andare in serie B sarà quindi una fra Salernitana e Cagliari, con i loro scontri diretti finiti entrambi 1-1 ma con i sardi ad avere una migliore differenza reti complessiva. La Salernitana ha 2 punti di vantaggio e si salverà battendo l’Udinese, in ogni caso, oppure pareggiando o perdendo ma con il Cagliari che non vince a Venezia. Nicola, come Pioli, è arrivato all’ultima giornata con il destino nelle proprie mani. Per entrambi, in proporzione, sarebbe l’impresa della carriera.

 

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