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La prima statistica di Qatar 2022© Getty Images

La prima statistica di Qatar 2022

La fuga di Infantino, Euro 2032 in Italia, il Cagliari di Agostini e la Serie A dei vivai. 

Stefano Olivari

03.05.2022 ( Aggiornata il 03.05.2022 14:15 )

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Per i Mondiali in Qatar sono morte 6.500 persone, fra quelle che hanno lavorato a stadi ed infrastrutture, oppure 3? Perché fra le due statistiche, quella della famosa inchiesta del Guardian sui lavoratori-schiavi, e le recenti dichiarazioni di Infantino, ci sarebbe una leggera differenza. Di certo il presidente della FIFA questo Mondiale lo ha ereditato da una gestione e soprattutto da una votazione corrotta, quella del 2010. Ma è ancora più certo che fin dalla sua elezione non ha fatto nulla per mettere in discussione la scelta, quando nel 2016 di vie di uscita ce ne sarebbero state tante. Infantino da qualche mese si è per motivi mai chiariti (deve controllare i cantieri o sfuggire ai magistrati?) trasferito con la famiglia a Doha, senza smentire scenari che fino a pochi mesi fa sarebbero sembrati fantacalcistici, come il trasferimento della FIFA da Zurigo in un paese arabo o quello, più verosimile, di alcune sue aree in qualche paradiso fiscale. La rivalutazione di Blatter è dietro l’angolo. E comunque quella sui morti nei cantieri dovrebbe essere la prima statistica ufficiale del Mondiale. 

Meno vicini sono gli Europei del 2032, che sono comunque stati interessati dalle ultime decisioni della UEFA. Che ha escluso le squadre russe dalle coppe europee 2022-23 e tolto la Russia da qualsiasi ipotesi di candidatura per le fasi finali delle varie manifestazioni. Fra queste gli Europei del 2028, per cui rimangono in lizza il ticket Regno Unito-Irlanda e la Turchia, e quelli del 2032, che al momento vedono fronteggiarsi ancora la Turchia e l’Italia. L’assegnazione, sia per il 2028 sia per il 2032, sarà da programma annunciata nel settembre dell’anno prossimo e non c’è più il tempo per nuove candidature. Euro 2032 in Italia è quindi più che possibile, anche se non si capisce questa smania di Ceferin di assegnare i tornei con un anticipo così largo, come a ipotecare anche un futuro dopo di lui. Uno schema che a Blatter ha portato male.

Alessandro Agostini è il nuovo allenatore di un Cagliari così disperato da avere esonerato Walter Mazzarri, che aveva (ed ha) ancora due anni di contratto (a quasi 2 milioni netti a stagione), a tre giornate dalla fine del campionato, con davanti due scontri diretti con Salernitana e Venezia, in trasferta, ed in mezzo la partita con l’Inter. Certo Agostini l’ambiente lo conosce perfettamente: nel Cagliari ha giocato, e anche bene, per 8 anni, e come allenatore ci lavora dal 2016, pertendo con l’assistentato a Diego Lopez per arrivare alla Primavera. In altri ambienti si parlerebbe di ‘predestinato’, qui siamo alla vecchia e mitica scossa da dare ad una squadra in caduta libera, che ha perso 7 delle ultime 8 partite (unica eccezione la vittoria sul Sassuolo da finale di stagione) anche se non sempre ha giocato male. Di certo la rosa del Cagliari non è fra le peggiori tre, e forse nemmeno le peggiori cinque (contando le già salve Empoli e Spezia) della Serie A, in questo caso la retrocessione sarebbe davvero un fallimento.

Come cambierebbe il calcio italiano se in una rosa di 25 ci fosse un minimo di 12 giocatori provenienti dal proprio settore giovanile, senza fare gli schizzinosi sul passaporto? È un progetto, purtroppo non concreto e meno che mai fattibile visto che buona parte della Serie A sta in piedi grazie al calciomercato (player trading, in inglesorum), di cui ha parlato il presidente dell’AIC Umberto Calcagno dopo l’assemblea di ieri. Servirebbe comunque a dare più identità alle squadre e a ridurre il gap fra grandi e piccole. La Nazionale è un altro discorso, perché quella era comunque più forte della Macedonia ed il Mondiale non è stato perso per colpa dei club cattivi.

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