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L'occasione del Milan, il ritorno del Bari, il ripescaggio di Infantino e il valore di Artemio Franchi.
Il Milan ha sprecato una grossa occasione da scudetto contro il Bologna, peraltro facendo la partita che doveva fare: inutile fare grandi analisi quando si sbagliano tante occasioni da gol, o grandi pronostici in un finale di campionato senza scontri diretti, dove la differenza la faranno come al solito le squadre senza obbiettivi. Quale versione del Sassuolo affronteranno Milan e Napoli? Quale versione del Bologna affronterà l’Inter nel recupero del 27 aprile? Senza contare il fatto che i punti di distacco non sono reali, ma sono uno in più o in meno a seconda di scontri diretti e, in caso di parità a tre, classifica avulsa. In sintesi: con Milan e Inter pari scudetto al Milan, con Milan e Napoli pari scudetto probabile (dipende in questo caso dalla differenza reti) al Napoli, con Napoli e Inter a pari punti scudetto all’Inter, con parità di punti a tre scudetto al Milan. Poi da schiavi dell'ultima impressione diremmo che il Napoli sta leggermente meglio, ma certo è che questa volata scudetto in calando è emozionante, se non si sta troppo a fare gli schizzinosi.
Il ritorno del Bari in Serie B riporta relativamente in alto quella che è la nona città italiana per numero di abitanti, ma viste le ambizioni dei De Laurentiis fa nascere subito una domanda: come gestire un nuovo caso Lotito-Lazio-Salernitana? Da sottolineare che si Lotito sia De Laurentiis sono due antipatizzanti di Gravina, oltre che grandi elettori di un presidente di Lega che non era il candidato preferito di quello FIGC. La vicenda Salernitana si è chiusa con un sostanziale esproprio, vista la cifra ridicola ufficialmente pagata da Iervolino, per il Bari basterebbe scrivere le regole prima del 2023-2024: non dovrebbe essere difficile, non c’è nemmeno il Mondiale a togliere concentrazione. E non è detto che ad essere venduto sarebbe il Bari, anzi. Lasciare Napoli con il terzo scudetto sul petto potrebbe essere per De Laurentiis un'uscita di scena cinematografica e al momento giusto.
A proposito, il fantomatico ripescaggio dell’Italia per il torneo in Qatar è stato smentito anche da Infantino, intervenuto a Firenze all’evento in memoria di Artemio Franchi. Non certo perché i ripescaggi siano impossibili, anzi la FIFA può ripescare chiunque senza usare criteri oggettivi o fornire giustificazioni, ma perché le eventuali squadre ritirate o squalificate (mettiamo l’Iran, anche se la FIFA si è già espressa contro l’esclusione) dovrebbero per meri motivi politici essere sostituite da squadre della loro confederazione. L’Italia ancora non fa parte dell’Asia e una eventuale assenza di una squadra europea scatenerebbe le giuste pretese di chi ha perso lo spareggio finale, quindi Svezia e Macedonia. Però in teoria la FIFA può tutto e in passato ha fatto anche di peggio (tipo assegnare il Mondiale al Qatar), quindi lo 0,0001% di possibilità di pseudoqualificazione ha cittadinanza.
Il centenario della nascita di Franchi è l’occasione per ricordare il più grande dirigente nella storia del calcio italiano, uno che se non fosse morto in quell’incidente stradale nel 1983 sarebbe di sicuro diventato 3 anni dopo presidente della FIFA, visto che nel congresso tenutosi due giorni prima della finale mondiale di Madrid fra Italia e Germania Ovest un Havelange in difficoltà aveva barattato la sua rielezione con la promessa di farsi da parte nel 1986 a favore di Franchi, suo vicepresidente (oltre che presidente della UEFA), e dell’assegnazione del Mondiale del ’90 all’Italia. Franchi fu il presidente del vittorioso Europeo 1968, del Mondiale 1970 e soprattutto l’eminenza grigia del calcio italiano (perché presidente FIGC era diventato Sordillo) in quello del 1982. Senza contare che in ogni situazione, UEFA e FIFA, gli arbitri dipendevano da lui che ex arbitro, non di grande livello, era stato. Fuoriclasse, decisivo come Paolo Rossi.
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