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La scelta di Donnarumma© Getty Images

La scelta di Donnarumma

I processi al Paris Sant-Germain, la scoperta di Ancelotti e la rinascita di Muriel. 

Stefano Olivari

11.03.2022 ( Aggiornata il 11.03.2022 10:53 )

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Gigio Donnarumma è uno degli imputati per l’eliminazione del Paris Saint-Germain dalla Champions League per opera del Real Madrid, ma va detto che il 90% degli arbitri avrebbe fischiato fallo contro Benzema quando ha toccato il portiere del PSG, creando la situazione per il gol dell’1-1 che ha cambiato poi la partita. Al di là della moviola fuori tempo massimo, come sta giocando quello che l’anno scorso era considerato il miglior portiere del mondo? Architrave del successo dell’Italia a Euro 2020, cosa da non dimenticare… Intanto ha giocato poco, l’alternanza con Keylor Navas in campionato gli ha spesso detto male visto che è sceso in campo 11 volte su 27 partite. E quasi sempre ha fatto il suo, come percentuale di parate rispetto ai tiri in porta subiti è il secondo della Ligue 1, dietro a Walter Benitez del Nizza ma davanti a Navas. Simili le sue percentuali in Champions League, dove per rendimento è il sesto della manifestazione, dietro però ad esempio a Courtois che è secondo. Tutte le statistiche ovviamente scompaiono dietro al peso specifico di una prodezza o di un errore, ma non si può dire che Donnarumma sia il problema di una squadra che si è zavorrata con i resti di Messi e Sergio Ramos, anche se per Al Khelaifi il bilancio non è mai stato un problema. La grande domanda: Donnarumma avrebbe fatto meglio a rimanere al Milan, che come soldi non gli offriva tanto meno e che può vincere ‘solo’ il campionato come il PSG? La risposta risiede in ciò che sarà il PSG nei prossimi anni, una volta messi alla spalle i Mondiali in Qatar che diedero inizio a tutta l’operazione (e alla rovina politica di Platini, ma questa è un’altra storia) e tutti i discorsi sul soft power. 

L'altra faccia del derby, almeno in senso politico-sportivo, d'Europa è quella di Carlo Ancelotti, che a giorni alterni è il re del calcio oppure un allenatore bollito. Chissà quale casella barrerebbe adesso De Laurentiis... Di sicuro è uno dei pochi al mondo in grado di guidare la squadra più prestigiosa del mondo, cambiando pelle a seconda delle circostanze. Il Real Madrid con cui 8 anni fa conquistò la Decima era una squadra condannata alla vittoria, con Cristiano Ronaldo nel punto più alto della sua parabola e tanti campioni in missione (fra gli altri anche Modric e Benzema...), questo pur con giovani di qualità ed i vecchi appunto invecchiati è un Real di transizione, in attesa di giovani superstelle (Mbappé, Haaland, eccetera) attorno a cui costruire un nuovo ciclo. Certo è curioso che Ancelotti venga scoperto a 63 anni dopo una partita, per quanto importante, vinta per un errore del portiere e due contropiede. La verità è che le macchine di Formula 1 possono essere guidate soltanto da piloti di Formula 1: non si può dare la Red Bull a un tassista, ma nemmeno mettere Verstappen su una Panda. 

Sulla panchina del Real Madrid non finirà mai Giampiero Gasperini e non certo perché di calcio ne sappia meno di Ancelotti, anzi. Contro il Bayer Leverkusen dopo un brutto inizio si è finalmente rivista la migliore Atalanta, quella che appena gli avversari abbassano il ritmo li asfalta dando l'impressione di giocare in 14 contro 11. Ed in effetti con un Muriel (o Zapata, quando tornerà) appena decente di solito è così. Un 3-2 che sarebbe dovuto essere un 7-2, i tedeschi devono ringraziare Hradecky e la fortuna per avere tenuto aperta la qualificazione ai quarti di Europa League. Sputando sangue invece la Roma è passata sul campo del Vitesse Arnhem, con Mourinho che ha cercato di scuotere la squadra con tre sostituzioni punitive nell'intervallo (e si è trattenuto dal cambiare in quel momento anche Zaniolo, per non creare casi) ma alla fine ha portato a casa giusto il risultato. Non è poco, perché questa Conference League la Roma la può anche vincere, ma i discorsi sul progetto sono sempre allo stadio dei discorsi.

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