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Il progetto del nuovo Franchi, quelli che non credono nel Milan e il Genoa del dopo Preziosi.
Firenze non avrà un nuovo stadio ma un Franchi ristrutturato, secondo il progetto di Asup che è stato presentato dal Comune, alla presenza del sindaco Nardella, e che sta facendo discutere molto dal punto di vista estetico. Nella sostanza un restyling fatto a spese degli italiani (tecnicamnente del Pnrr), con i 95 milioni di euro del Governo da utilizzare entro il 2026 per lavori che dovrebbero iniziare l’anno prossimo. Ma al di là delle questioni politiche e architettoniche la vera questione è l’atteggiamento della Fiorentina: fredda, per non dire gelida, nei confronti del progetto. Joe Barone era alla presentazione, ma non si è sbilanciato, e le potenzialità commerciali del nuovo Franchi sono in definitiva tutte da studiare. Senza contare che rimarrebbe di proprietà del Comune e che di fatto impedirebbe, anche altrove, la costruzione del nuovo impianto sognato da Commisso. Tanto parlare degli investimenti dei privati ma poi la politica non molla l’osso.
Come è possibile che lo scudetto del Milan capolista sia considerato probabile al 30% e quello dell’Inter seconda a 2 punti, sia pure con il solito asterisco della partita con il Bologna da recuperare, al 55%? Questo in termini probabilistici dicono le quote scudetto della Snai, ma quelle degli altri bookmaker non sono molto diverse: 3,25 per la squadra di Pioli e 1,80 per quella di Simone Inzaghi. Giudicato fuori gioco il Napoli, a 5,50, mentre è interessante la Juventus a 10. Bisogna ricordare che i bookmaker possono proporre quote di partenza, ma poi è il mercato, cioè la massa dei giocatori, a determinare le quote stesse: in altre parole, più si punta su una squadra e più la quota di questa squadra si abbassa, per il meccanismo dell'allibraggio. Quindi il Milan è sottovalutato (o magari valutato correttamente, chi lo sa) dallo scommettitore medio, che non necessariamente è un tifoso (pro o contro è uguale). La squadra costruita in stile Moneyball da Maldini, Massara e soprattutto Moncada non piace in teoria, ma in pratica è lì, a giocarsi uno scudetto da ora o mai più.
Al Genoa l’era Preziosi si è davvero chiusa con la partenza dell’amministratore delegato Alessandro Zarbano, per 17 anni in rossoblu e braccio operativo di Preziosi nel calcio. Non è mai un caso quando un club del genere riesce a stare per 15 anni consecutivi in Serie A, dovendo anche gestire le contestazioni della piazza. Una piazza che adesso ripartirà con gli ambiziosi progetti di 777 Partners, ma anche dalla Serie B. Smarcarsi dal quasi ventennio di Preziosi non sarà però tanto una questione di risultati, ma proprio di filosofia: cioè il passare da club intelligentemente gregario, utile per triangolazioni di mercato con questo e quest'altro, oltre che come agom della bilancia in Lega, a club con un progetto di crescita. Insomma, sono gli stessi discorsi che potremmo applicare alle tante, troppe, realtà medie che senza playoff o qualcosa di simile condizionano sempre i finali di campionato. A maggior ragione quelli tirati come l'attuale.
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