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Il mese di Giroud© LAPRESSE

Il mese di Giroud

Il Milan del Maradona, la corsa all'Europa League, l'entusiasmo di Palermo e l'identità di Wilson.

Stefano Olivari

07.03.2022 ( Aggiornata il 07.03.2022 09:38 )

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Il risultato del Maradona è che gli ultimi scudetti del Napoli forse rimarranno, almeno nel 2022, quelli di Maradona. Il penultimo degli scontri diretti per lo scudetto, considerando come ultimo lo Juventus-Inter di inizio aprile, è stato infatti vinto dal Milan contro una squadra di Spalletti che ha sbagliato l’approccio alla partita, che ha subito tantissimo a centrocampo anche per l'arretramento di Kessie, e che soltanto nel finale si è resa conto di giocare per la storia. Il Milan è così primo in classifica con 2 punti di vantaggio sull’Inter (che deve recuperare la partita con il Bologna), 3 proprio sul Napoli e 7 sulla Juventus. Il calendario dice che ogni pretendente da qui alla fine del torneo dovrà incontrare soltanto due squadre di grossa cilindrata, considerando tali le prime sette: per il Milan la Lazio e l’Atalanta, per l’Inter la Juventus e la Roma, per il Napoli l’Atalanta e la Roma, per la Juventus l’Inter e la Lazio. Ma al di là dei numeri e della dietrologia, il presente dice che pur in una parttita con pochissime occasioni il Milan ha creato di più e subito meno pericoli rispetto al Napoli: il calcio non è la ginnastica ritmica ma giocare meglio spesso dà un vantaggio. Poi il gol di Giroud è stato tutto tranne che uno schema, come succede, ma certo su questo sprint scudetto del Milan c'è la sua firma. Bravo Pioli a mettere in campo una squadra quadrata, cavalcando il mese magico di Giroud e resistendo alla pressione di Ibrahimovic. Che adesso si ritroverà ancora più motivato contro avversarie adeguate all’Ibrahimovic attuale. Spalletti non ha grandi colpe, ha sostituito gli esterni (anche se Insigne si era sacrificato molto), poi ha cambiato l’assetto tattico per l’assalto della disperazione che ha creato qualche situazione pericolosa ma nessuna vera occasione. Il Napoli può ancora farcela, è ovvio, ma questa sconfitta è una mazzata. Che arriva dopo la vittoria pazza con la Lazio ma anche dopo l’occasione persa con l’Inter, il mezzo suicidio con il Cagliari e la figuraccia con il Barcellona.

INTER IN GOL E LA ROMA SULL'ATALANTA

L’Inter ha ritrovato i gol dei suoi attaccanti contro la Salernitana, in una partita degna dell’Inter di un mese fa, con un Barella un po’ cresciuto rispetto alle ultime apparizioni e che avrà benefici dalla squalifica contro il Liverpool e dalla probabile fine del cammino europeo della squadra di Simone Inzaghi. Presto per dire se il calo fisico sia stato almeno stoppato, ma alcuni giocatori chiave (De Vrij, Brozovic) sembrano soffrire. La Roma ha risucchiato l’Atalanta, con una delle partite più di sostanza della sua strana stagione, mentre una Lazio da contropiede ha distrutto il Cagliari. Gasperini, Mourinho e Sarri si giocano due dei presumibili (a meno che la Fiorentina vinca la Coppa Italia, scenario che al momento sembra difficile) posti in Europa League, la Champions è vicina aritmeticamente ma è al tempo stesso difficilissima perché la Juventus non sbaglia più un colpo. In coda il grande colpo l’ha fatto l’Udinese che ha battuto e staccato di tre punti la Sampdoria, mentre il Genoa di Blessin continua a giocare bene e a non segnare: la B è quasi certa, come per la Salernitana, con la terza condannata che uscirà da Spezia, Sampdoria, Cagliari e Venezia. Tanti indizi dicono proprio un Venezia crollato contro un Sassuolo che gioca leggerissimo, come al solito senza obbiettivi se non quello di vendere bene i suoi gioielli, batte le grandi e maggior ragione l’ha fatto con la squadra di Zanetti.

TUTTO ESAUTRITO A PALERMO

Il Barbera è già esaurito per la partita dell’Italia contro la Macedonia di giovedì 24 marzo, almeno per il 75% di capienza consentita. A Palermo sentono il playoff per Qatar 2022 più della Lega, che nemmeno ha degnato Gravina di una risposta per lo slittamento del turno di campionato di domenica 20, diramando senza commenti il calendario di anticipi e posticipi. Più del Mondiale interessa il tristissimo Mundialito da giocare in Florida… chissà che bel ‘prodotto Serie A’, senza i migliori giocatori. Comunque nelle qualificazioni mondiali il fattore campo ha sempre funzionato: in 59 gare interne l’Italia ha vinto 48 volte e pareggiato 11, a volte le statistiche qualcosa dicono. Ma con Portogallo o Turchia gli azzurri saranno in trasferta.

ADDIO CAPITANO

Pino Wilson era ed è, anche adesso che è morto, il Capitano per i tifosi della Lazio. Questo nonostante il 90% di loro non lo abbia mai visto giocare, visto che Wilson ha legato il momento più alto della carriera allo scudetto 1973-74 e che la sua carriera è terminata con il calcioscommesse del 1980, se non si conta una semiclandestina lega canadese. Ci sono personaggi che vanno al di là del loro valore sportivo, anche se poi Wilson era un ottimo libero e Valcareggi lo convocò per il Mondiale del 1974, personaggi che è quasi impossibile raccontare senza la retorica dei bei tempi andati, ed in questo senso la storia di quella Lazio bella e maledetta ha catturato ogni appassionato di calcio. Una squadra fortemente identitaria, nonostante quasi nessuno venisse dal settore giovanile (soltanto D’Amico e Oddi, fra i titolari) e quasi nessuno (il solo Oddi) fosse romano in senso stretto. Nel frattempo il mondo è cambiato, certo, ma in alcuni settori non in meglio.

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