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L'eterno Agnelli-Ceferin, gli strani premi dell'AIC e i migliori settori giovanili d'Europa.
La Superlega non è mai nata e non è mai morta, visto che Agnelli e Ceferin continuano a parlarne e a mandarsi messaggi poco amichevoli. L’ultima puntata ad un convegno organizzato a Londra dal Financial Times, a quasi un anno (era il 18 aprile) da quel tentativo di secessione organizzato malissimo e comunicato peggio, in maniera dilletantistica. Al di là delle frasi che tutti hanno letto, due sono le vere novità. La prima: Juventus, Real Madrid, Barcellona e tutti quelli che stanno alla finestra (anche il Milan, mentre l’Inter si è sganciata) aspettano il pronunciamento della Corte Europea, fiduciosi nel fatto che fotografi la realtà: quello della UEFA, così come tutta la struttura dello sport basata sulle federazioni, è un monopolio, e come tale non va tutelato. La seconda: Ceferin ha per la prima volta affermato che i club sono liberi di organizzarsi una loro manifestazione europea, ma facendolo sarebbero fuori dalla UEFA. Non è una banalità come sembra (è ovvio che chi partecipa alla Superlega non abbia alcun interesse nell’essere anche in Champions), ma l’accettazione di una sorta di concorrenza, senza mettersi a minacciare una suicida esclusione dei giocatori dalle nazionali. Concorrenza giusta in teoria, ma che in pratica non porta nulla di buono pensando all’esempio Eurolega-FIBA del basket. Come al solito si chiede 100 per avere 30: la Superlega questo è, con buona pace di esaltatori e detrattori. Un gruppo di pressione, semplicemente per avere più soldi dalla Champions dal 2024 in avanti.
Fra i premi calcistici quello dell’Associazione Calciatori dovrebbe essere in teoria il più prestigioso, visto che a votare sono, oltre ad allenatori ed arbitri, i calciatori della Serie A. Chi può giudicare il valore di un giocatore meglio di uno che sta in campo ad affrontarlo, senza sovrastrutture mediatiche o tifose? Per motivi misteriosi però i premi per il 2020-21 saranno ufficializzati il 17 marzo, avendo in nomination anche Donnarumma, De Paul, Lukaku e Cristiano Ronaldo. E Conte fra gli allenatori…
Quali sono i migliori settori giovanili d’Europa? Dove per migliori settori giovanili si intende non chi vince coppette insulse ma chi forma più giocatori forti. Stando ai dati del CIES dal 2015 ad oggi il settore giovanile che ha prodotto più valore (traduzione: i club che hanno incassato di più da giocatori formati per almeno 3 stagioni fra i 15 e i 21 anni di età) è quello del Benfica (379 milioni di euro incassati dai ‘suoi’ giocatori), seguito da Real Madrid (330), Monaco (285) e Ajax (283). Settima e prima delle italiane l’Atalanta con 211 (Amad Diallo il miglior colpo), poi bisogna scendere fino al ventiquattresimo posto per trovare la Fiorentina a quota 122 milioni (Chiesa la cessione top), al trentacinquesimo per la Roma (82 milioni dalle cessioni, Romagnoli l’incasso più alto), al quarantaduesimo per la Juventus (72, Kean), al quarantaseiesmo per l’Inter (66 milioni in totale, Santon il top) e al quarantasettesimo per il Milan (65, Cutrone). Insomma, il settore giovanile oltre a dare identità a club che sembrano ormai tutti uguali può anche essere un buon affare. Certo bisogna crederci e darlo in mano a persone capaci: la classifica parla chiaro.
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